Matt Johnson, con la sua band i The The, torna in tutto il suo splendore in un imperdibile live che viene realizzato in triplo vinile e CD, accompagnato da un film, con la regia della leggenda Tim Pope, un libro, e una serie di esclusive serigrafie realizzate in edizione limitata da Mark Perronet.

L’opera dal titolo “The Comeback Special” raccoglie il meglio della sua produzione e testimonia lo spettacolare concerto del 5 giugno 2018, una delle prime esibizioni della band dopo 16 anni, presso la Royal Albert Hall di Londra, Matt Johnson ha riunito molti musicisti che negli anni hanno collaborato con lui, e l’album è l’occasione giusta per riapprezzare e  riscoprire un artista davvero unico.

Arriva così questa occasione imperdibile per scambiarci due chiacchiere, in un pomeriggio di sole ecco squillare il telefono, dall’altro capo trovo un artista simpatico e disponibile, che, addirittura, inizia lui con la prima domanda.

Matt: Ciao Fabrizio, come stai?

Bene grazie, tu come stai va tutto bene?
Anche per me va tutto bene grazie, oggi c’è una bella giornata di sole a Londra.

Anche in Italia oggi è una bella giornata di sole ma in Italia, come sai, splende sempre il sole.
Si che lo so, io amo l’Italia e ho tanti amici, spero di tornarci presto.

Speriamo di vederti presto. Questo periodo è stato difficile per tutti a causa del Covid, per te addirittura si è trasformato in un incubo, a causa di un operazione chirurgica alla gola che ti ha tenuto in ospedale e poteva costarti molto. Fortunatamente è andato tutto bene, puoi rassicurare anche i tuoi fan italiani? Come ti senti ora?
Grazie Fabrizio per farmi questa domanda, perchè ho avuto una grave infezione nel primo periodo dell’ urgenza Covid che ha colpito tutto il mondo.
Fortunatamente ho avuto un tempestivo ricovero in ospedale ma tutto è stato molto molto stressante, sono stato ricoverato ed operato in una situazione davvero complicata. Mi hanno detto che non potevo utilizzare la voce e cantare per sei lunghi mesi ma ora va tutto bene, tutto è stato superato senza alcuna conseguenza.

Io ti ho sempre percepito come un artista molto particolare, non solo per il tuo timbro vocale ma anche per un modo di comporre musica che ti rendeva unico. Quando acquistai e ascoltai per la prima volta l’album “Infected” lo trovai meraviglioso e ancora oggi appare con un songwriting   decisamente attuale. Cosa ne pensi tu a distanza di trentacinque anni?
Io penso che una della ragioni che rende attuale l’album è che in fondo la natura umana tende a restare sempre la stessa, non cambia mai poi così tanto. Gli stessi problemi che osserviamo oggi sono quelli di anni fa, in particolare anche oggi come allora abbiamo una minoranza di potere che controlla la volontà  e manipola la maggioranza, questo accade oggi e questo accadeva in quegli anni.
Il potere della minoranza riesce a controllare e manipolare ancora tutto e la popolazione intera, loro continuamente distraggono il popolo e creano da soli le guerre e le rivoluzioni , decidono e hanno il controllo nelle loro mani e così il mondo è sotto costrizione da parte di così poche mani.
Queste persone molto potenti hanno il controllo di molteplici industrie, dei media, della politica, dall’industria farmaceutica a quella delle armi, e le persone comuni hanno una grande difficoltà  nel trovare un informazione vera. La gente comune subisce le continue manipolazioni della televisione e degli altri media, non è così diverso da quello che succedeva anni fa, è la solita natura umana che non cambia mai.

Parlando del passato spesso si finisce per fare la figura dei nostalgici, di quelli che dicono che un tempo tutto era migliore. E’ però indiscutibile che gli anni 70 e 80 erano pieni di grandi artisti che riuscivano ad unire contenuti musicali, politici, e anche grandi successi. Oggi sembra tutto diverso, un offerta musicale talmente vasta e immediata e alla portata di tutti, che però sembra priva di nuovi Lennon, Bowie, Peter Gabriel o un nuovo Matt Johnson. Cosa ne pensi ?
Credo che molto dipenda dal fatto che quando si è giovani la musica abbia un effetto maggiore solo per il fatto di essere adolescenti e in un periodo della propria vita di transizione che rende tutto parte della propria vita. Io personalmente non ho la stessa attenzione per la nuova musica di oggi come l’ho avuta negli anno 70 e negli anno 80, che forse era migliore di quella di oggi, le persone erano cosi coinvolte e meravigliate, ma è cosi difficile fare un paragone con la musica attuale, con artisti e persone di periodi diversi. Nel mio periodo, gli anni 70 e anni 80, io ero affamato di quella musica e la trovavo ricca ed emozionante quando l’ascoltavo e magari è lo stesso per qualcuno adesso.

Tra i tanti artisti con cui hai collaborato c’è stato Johnny Marr, nel periodo di “Mind Bomb” in poi. Mi sembra di aver letto che lo conoscevi da tempo, ci puoi raccontare qualcosa? Vi sentite ancora?
Io e Johnny Marr ci siamo conosciuti da ragazzi, durante la nostra adolescenza. Eravamo ambedue a Manchester e io avevo diciannove anni e lui diciassette e ci capitava anche di suonare insieme con le nostre chitarre, ma era impossibile per noi collaborare perchè vivevamo in differenti città  ed eravamo giovani ragazzi. Abbiamo però mantenuto i contatti, quando lui incontrò Morrissey e fondò gli Smiths, e tutto gli andava decisamente bene.
Quando dopo anni lui lasciò gli Smiths ci parlammo ancora e lui decise di unirsi ai The The, restammo insieme per circa cinque anni facendo dei grandi tour, album e video e il suo lavoro fu prezioso. Abbiamo cercato di restare sempre in contatto infatti con Johnny abbiamo anche fatto un singolo nel 2018 (ndr. la bella cover di “Summer In The City”) e suonato live insieme.
Non ci incontriamo molto anche perchè viviamo in città  diverse ma quando capita di incontrarci parliamo per molte ore, Johnny è una piacevole compagnia e un gran bravo ragazzo.

Lo dicono in molti di Johnny. Tra poco uscirà  l’album live del tuo concerto al Royal Albert Hall, io ho avuto il privilegio di ascoltarlo in anteprima e sono rimasto impressionato, i tuoi brani in questo live sono interpretati in maniera diversa e, almeno per me sorprendente, come indossassero un abito nuovo. E’ stata una tua scelta creativa precisa?
Avevo in mente di realizzare qualcosa che coinvolgesse una band che rappresentasse nei suoi componenti i diversi anni dei The The, (ndr. ecco i componenti del live James Eller ““ basso (1988″“1994) –D.C. Collard ““ tastiere (1989″“1997) – Earl Harvin ““ batteria (1998″“2002) – Earl Harvin (2000) che hanno collaborato negli anni più la novità  del chitarrista Little Barrie). C’era anche la suggestione di far partecipare Johnny Marr, ma la scelta di Little Barrie è stata perfetta e il sound che la band è stata capace di realizzare in questo live è stata unica e speciale.
La band è così riuscita a far rivivere il sound dei The The e a rendere i brani al meglio, a realizzare pienamente il progetto che avevo in mente.

Alcuni artisti non amano i loro grandi successi, tu che rapporto hai con i tuoi brani? Hai delle preferenze?
I brani che ho inserito in questo album sono una vera visione della mia intera carriera e una canzone come “This is the day”, che è la mia canzone più famosa e il mio più grande successo, è emozionante vedere come compare in molti film e serie tv e passa ancora di continuo alla radio, è praticamente impossibile non eseguirla live. Quando ho pensato al set list di questo “The Comeback Special” ho voluto ripercorrere la mia intera carriera, ogni anno, e quando arriva un grande successo, come lo è stato “This is the day” per esempio, vedere la reazione del pubblico, che è così potente e piena di gioia, riesce a trasmettere la loro energia alla band, è magico.

“The Comeback Special: Live at Royal Albert Hall” uscirà  in vari formati, tra cui un triplo vinile che sicuramente aggiungerò alla mia collezione, ma ci sarà  anche anche un docufilm con la regia del leggendario regista Tim Pope. E’ vero che lui non ama particolarmente il video che girò per “Slow Train to Dawn” o è solo una specie di leggenda metropolitana?
No, non è una storia inventata è proprio vero. Lavorare insieme a lui è sempre un grande piacere, è un così caro amico e sono così felice che lui abbia accettato di girare il film per “The Comeback Special”, e di poter realizzare con la sua partecipazione un lavoro completo che prevede un triplo live, un libro e un film. Abbiamo scelto di realizzare questa opera in vari formati in modo che ognuno possa scegliere quello che preferisce.

Pensi di portare questo spettacolare concerto in Italia?
Matt : Si certo, io adoro l’Italia è il mio paese preferito e ho molti amici ed è sempre un’occasione per incontrare arte e cibo fantastico. Quando riprenderemo il tour sicuramente vorremo fare delle date in Italia.

Pensi di realizzare prima o poi un album con tue nuovi canzoni? Possiamo sperare che farai ai tuoi numerosi fan questo regalo?
Ti posso svelare che sto lavorando a un nuovo album e sono molto eccitato e ispirato.
La risposta che ho avuto con “The Comeback Special” è stata cosi fantastica e speciale che è stata per me una fonte di ispirazione e, dopo quello che mi è capitato, ho la voglia di esibirmi e creare ancora.

Ora che stiamo concludendo questa intervista  voglio dirti che ho trovato “The Comeback Special” veramente speciale, un lavoro magnifico e spero di vederlo presto in Italia.
Grazie Fabrizio, mi fa molto felice che tu lo abbia apprezzato così tanto, è stato veramente piacevole conversare con te. Spero di venire presto in Italia, Ciao.

Photo Credit: Andy Paradise