I Parquet Courts sono ritornati con un nuovo album dopo oltre tre anni dal precedente, “Wide Awake!”: ispirato dalla cultura dance con influenze come i club di New York, i Primal Scream e i Pink Floyd, questo loro settimo lavoro sulla lunga distanza è uscito da jam session improvvisate che la band statunitense ha registrato insieme ai produttori Rodaidh McDonald (The XX, Hot Chip) e John Parish (PJ Harvey, Aldous Harding, Dry Cleaning).
Fin dalla prima nota di questi quarantacinque minuti l’interesse rimane elevato, seguendo le continue sperimentazioni sonore del gruppo capitanato da Andrew Savage: subito, infatti, “Walking At A Downtown Pace” sembra volerci trasportarci in un club di Manchester dei primi anni ’90 con ritmi funky, un drumming incalzante e richiami decisi alla formazione di Bobby Gillespie. Quasi impossibile rimanere fermi!
Poco dopo “Marathon Of Anger” – che di rabbioso non ha però nulla – ci sorprende nuovamente facendo un largo uso dell’elettronica con beat e synth che sanno creare un groove tanto inaspettato quanto gradito, mentre la voce di Savage rimane comunque assai tranquilla.
Si prosegue ed ecco un’altra nuova faccia dei Parquet Courts in “Plant Life”, che si sposta su territori ambient con percussioni decise e riff di basso pieni di ritmo che cercano di mandarci in uno stato ipnotico.
“Homo Sapien” ci riporta invece in zone più famigliari ““ punky ed eccitanti – ricche di chitarre potenti e melodie, mentre “Trullo”, con le sue sonorità afrobeat e ottime percussioni, ci fa tornare in mente certi Talking Heads.
Un disco davvero ricco di spunti, questo “Sympathy For Life” ci regala un altro episodio positivo per una band che cerca ogni volta di rimettersi in gioco: un album divertente e allo stesso tempo molto interessante. Chissà quale strada vorranno prendere i Parquet Courts per il prossimo episodio.
Credit Foto: Pooneh Ghana