Luca Marchetto è l’anima che si cela dietro il nome Bad Pritt e dopo l’esordio omonimo del 2018 torna con i venti minuti di “EP1”. Un lavoro pregiato che ruota attorno al tema del lutto e della perdita in generale declinata in sette momenti, sette giorni ricostruiti con asciutto minimalismo per accompagnare l’ascoltatore in un percorso di elaborazione e accettazione di ciò che è venuto a mancare.
Uno stile fatto di pieni e vuoti quello di Marchetto, che usa il pianoforte per orientarsi in brani totalmente strumentali impreziositi dagli archi in sottofondo che illuminano un sound sobrio, lunare, ispirato alle correnti neoclassiche e all’arte seriale. Piccoli crescendo e lievi armonie si rincorrono da una suite all’altra, creando simmetrie cristalline e tenaci. Musica cinematica insomma e non stupisce che Bad Pritt vada sul palco accompagnato da videoproiezioni per creare la giusta atmosfera.
Un secondo lavoro decisamente introspettivo il suo, che punta sui colori tenui e su sfumature appena percepibili camminando sulla stretta linea che unisce l’elettronica e la classica, senza bisogno di maschere a parte quella usata nelle foto promozionali. Bianca la copertina, molto più intenso e oscuro il contenuto che lascia momentaneamente da parte l’epica complessità sonora à la Ben Frost di tre anni fa ma conferma comunque il talento di un musicista capace di fare tanto anche con poco.