Non so quale sia la vostra canzone preferita di John Lennon ma io ho da sempre subito il fascino di “Mother” per diversi motivi, uno è sicuramente il carattere fortemente personale ed autobiografico del brano, il secondo è l’elevata intensità drammatica dell’interpretazione che nella parte finale diventa un grido disperato per certi versi capace di disturbare l’ascoltare.
La musica
Gran parte del brano si sviluppa con una base ritmica costante, batteria e basso aiutati dal pianoforte che insieme creano il tessuto musicale sul quale si sviluppa la parte melodica cantata da John Lennon, alternando le chiusure tra basso e pianoforte, tutti gli strumenti diventano il ritmo che aumenta la tensione del brano.
L’interpretazione di Lennon è un crescendo di drammaticità e lo troviamo verso la fine del brano urlare ripetutamente, tra il disperato e l’arrabbiato, “Mama don’t go Daddy come home” .
Il pezzo venne coprodotto da Phil Spector, in questa occasione abbastanza misurato, insieme a Lennon e a Yoko Ono.
Per via delle campane da morto iniziali e il finale disperato fu considerato poco adatto per essere presentato come singolo, venne pubblicato privo delle campane in una sua forma meno drammatica e più adatta ad un pubblico mainstream.
La storia
Il brano pur intitolandosi “Mother” affronta il drammatico rapporto tra Lennon e i genitori.
Il padre Alfred Lennon detto Alf, era di umile origini con una predisposizione artistica e una naturale simpatia che aveva ereditato dal padre, ed era riuscito ad ottenere un ottimo lavoro come cameriere sulle navi transatlantiche che partivano da Liverpool, dove di tanto in tanto si esibiva in qualche spettacolino.
Le sue doti artistiche e la sua simpatia gli rendevano la vita facile anche con le donne che conquistava facilmente cosi come facilmente le abbandonava, fino a quando nel 1928 passeggiando per Liverpool incrocia una ragazza dai capelli rossi era Julia Stanley, sarà il grande tormentato amore della sua vita.
Anche il padre di Julia lavorava nella nautica ma c’era una differenza di classe, gli Stanley erano benestanti e le altre sorelle di Julia erano fidanzate con persone del loro livello sociale, per le sue umili origini Alf Lennon non fu ben accolto ma nonostante l’opposizione del padre i due innamorati continuarono a frequentarsi e nel 1938 decisero di sposarsi di nascosto delle loro famiglie.
Il padre di Julia, dopo una prima reazione furiosa, si trovò costretto ad accettare l’unione e ad ospitarli a casa sua.
Alf Lennon era spesso imbarcato ma in uno dei suoi periodi a casa mise incinta Julia, la gravidanza fu una sorpresa anche per loro che non avevano ancora preso in considerazione l’idea di diventare genitori, John Lennon pensava per questo di non essere stato desiderato ma questo non era del tutto vero.
Julia partorì il 9 Ottobre del 1940, nel periodo in cui la tregua tra Inghilterra e la Germania di Hitler si era rotta e i tedeschi avevano iniziato a bombardare le principali città inglesi, Liverpool era una di queste tanto più che era un importante porto dal quale si muovevano le principali navi mercantili inglesi, John Lennon nacque sotto i bombardamenti.
Nel 1941 Liverpool fu nuovamente bombardata questa volta la Luftwaffe di Hitler colpi duramente e gran parte della città fu distrutta, nel 1942 il padre Alf si imbarcò di nuovo e nel frattempo la madre faceva nuove amicizie e aveva una relazione segreta, lasciava spesso John dalla sua sorella maggiore Mimi che accettava volentieri di occuparsene, il bambino era vivace ed intelligente ed era piacevole passare del tempo con lui.
Quando Alf si trovò nel porto di Liverpool si rese conto della situazione reale, la moglie aveva un suo giro di amicizie e diversi uomini con cui flirtava e che ignoravano anche che fosse sposata, iniziarono a scoppiare liti e la violenza entrò nel loro rapporto, Alf commise un errore imperdonabile si imbarcò su una nave e a causa di varie vicissitudini che lo trovarono involontariamente coinvolto torno a Liverpool dopo un anno e mezzo circa.
Al suo ritorno trovò una moglie incinta che nel frattempo lo aveva creduto morto e che le raccontò che il figlio che aspettava era il frutto di una violenza carnale che aveva subito.
Alf rintracciò quello che lui credeva avesse violentato la moglie solo per scoprire che era soltanto un amante innamoratissimo della moglie che in realtà non voleva più saperne di lui, lo stesso Alf si propose allora di crescere quel figlio come fosse suo ma Julia rifiutò entrambi, marito e amante.
John Lennon cresceva inconsapevole di questo dramma familiare, la sorella fu data in adozione e lui anni più tardi, quando ormai era ricco e famoso, fece di tutto per rintracciarla non riuscendoci, le dedicherà la canzone “You’ve got to hide your love away” contenuta nell’album “Help!” dei Beatles.
Alf Lennon continuò ad imbarcarsi e quando tornò trovò la moglie con un nuovo amante, questa volta perse il controllo e le cose finirono male picchiando la moglie e scaraventando l’amante fuori di casa, mente John assisteva a tutto terrorizzato.
Questo episodio fu la fine del loro matrimonio, Julia lo lasciò per il suo amante Bobby Dykins, che non era cattivo da sobrio ma si trasformava sotto l’effetto dell’alcool, e John fini per essere affidato sempre più frequentemente a Mimi, la sorella di Julia.
Sarà proprio lei a chiamare preoccupata Alf per informarlo sui comportamenti a suoi dire indecenti della nuova coppia e sul fatto che suo figlio fosse stato completamente abbandonato e trascurato dalla madre.
Il padre di John, che stava per imbarcarsi di nuovo, si precipitò a casa della cognata e portò via con se il figlio, dopo una serie di vicissitudini prese in considerazione di trasferirsi insieme a lui e una coppia di amici in Nuova Zelanda e sembrava che John ne fosse felice.
Alf lo comunicò durante un incontro alla ormai ex moglie e lei sembrò essere favorevole e sollevata da questa soluzione, ma quando John lasciò la mano del padre e si strinse piangendo alle gambe della madre pregandola di non andarsene, ebbero la “brillante” idea di chiedere al bambino di scegliere se stare con il padre o con la madre.
Una domanda del genere ad un bambino non andrebbe mai fatta, John aveva sette anni e scelse la madre, il padre fece il secondo grande errore della sua vita non lottò più per il figlio, forse era veramente l’unico che lo volesse veramente vicino ma si lasciò vincere dalla disperazione e dall’autocommiserazione, dopo questo episodio si imbarcò di nuovo e sparì ancora una volta dalla vita del figlio.
John fu affidato alla zia Mimi e a suo marito George che lo adoravano, d’altronde era un bambino vivace creativo e affettuoso, in particolare con George si instaurò un rapporto padre figlio mente Mimi si preoccupava della sua educazione, entrambi dovevano da un lato gestire il rapporto con la madre Julia e dall’altro preoccuparsi che un giorno potesse ripresentarsi Alf e portare via John, la coppia non aveva mai divorziato.
La questione fu risolta quando il padre ubriaco fu arrestato per aver spaccato delle vetrine di un negozio, questo episodio determinò il suo allontanamento definitivo da John che crebbe con Mimi e, pur avendo vicino la madre e le due sorellastre, sarà lei ad amarlo, a crescerlo e a non fargli mancare nulla.
John era una bambino brillante con una predisposizione per l’arte, bravo nel disegno e con un notevole orecchio musicale, riuscendo presto a padroneggiare l’uso dell’armonica a bocca, unico strumento che gli era concesso.
Il 15 Luglio 1958, Julia Stanley ancora Lennon, non aveva mai divorziato dal marito, fu investita sotto casa da un automobilista e morì poco dopo in ospedale, John Lennon aveva diciassette anni e la morte della madre sarà un evento traumatico che lo segnerà per sempre.
Il padre, che nel frattempo conduceva una vita disordinata e di stenti, fu chiamato per ricevere l’eredità di Julia, alla quale comunque rinunciò a favore di John, non approfittando però per cercare di riallacciare i rapporti con il figlio.
Il dolore di John Lennon si tramutò in un periodo difficile nel quale si rifugiò nell’alcool, gli sarà di grande aiuto l’amicizia con un ragazzo di nome Paul McCartney, che come lui aveva vissuto lo stesso dramma.
L’infanzia sarà un fardello doloroso che si porterà dietro per molti anni, cercando di superarlo attraverso un doloroso percorso di psicoterapia.
Il testo
Mother, you had me but I never had you
I wanted you,
You didn’t want me
So I, I just got to tell you
Goodbye goodbye
Father, you left me but I never left you
I needed you,
You didn’t need me
So I, I just got to tell you
Goodbye goodbye
Children, don’t do what I have done
I couldn’t walk and I tried to run
So I, I just got to tell you
Goodbye goodbye
Mama don’t go
Daddy come home