Sembra quasi uno scherzo: “Rumours”, l’undicesimo lavoro in studio dei Fleetwood Mac, compie quarantacinque anni nello stesso giorno in cui le attenzioni di buona parte degli italiani sono rivolte alle canzoni del Festival di Sanremo. Lungi da me fare il solito predicozzo sulla qualità  non eccelsa dei brani in gara. O ancora sottolineare l’ipocrisia di una certa critica che, provando a cavalcare il ritrovato orgoglio nazionalpopolare di alcuni ascoltatori, incensa proposte che – diciamoci la verità  – assai di rado superano la sufficienza.

Ma volete mettere? Il paragone si regge in piedi a malapena, considerando il fatto che stiamo parlando di epoche, contesti e luoghi di provenienza totalmente diversi. Sotto sotto, però, il genere in questione ““ con tutti i suoi distinguo, certo – è lo stesso. Perchè sempre di pop si tratta. Da una parte abbiamo le decine e decine di cantanti che calcano il palcoscenico di Sanremo, pronti a sciorinare ritornelli melensi estremamente dimenticabili. Dall’altra abbiamo Lindsey Buckingham e compagni: dei veri e propri giganti della melodia che, proprio con questo disco, segnarono in maniera indelebile la storia della musica leggera a venire.

I numeri parlano chiaro: “Rumours”, con le sue quaranta milioni di copie vendute in tutto il mondo, è uno degli album di maggior successo di tutti i tempi. Un’opera fortunatissima nata sotto i peggiori auspici, essendo stata concepita in un periodo segnato da insanabili tensioni all’interno del quintetto. C’erano tutti i presupposti per un totale disastro: dove poteva andare a sbattere una band travolta da problemi di droga, litigi, eccessi di ogni sorta, amori andati in fumo e altri sbocciati malamente?

Un essere umano qualsiasi, nella stessa situazione, avrebbe mollato la presa prima di portare a casa il risultato. Ma nel 1977 i Fleetwood Mac, motivati dalla brama di emergere una volta per tutte e dalla disperata ricerca della canzone pop perfetta, erano quanto mai simili a delle creature soprannaturali. Delle divinità  dannate della musica rock in grado di strabiliare il pubblico con un vero e proprio miracolo. Perchè, in fin dei conti, “Rumours” è proprio questo: un prodigioso e ultraterreno esempio di pop rock destinato a sopravvivere di molti, molti e molti anni ai suoi autori ed estimatori.

Un album prodotto e arrangiato in maniera così impeccabile da rasentare la perfezione e rappresentare, ancora oggi che si avvicina al traguardo del mezzo secolo, un modello per tutto il soft rock / pop rock di qualità  superiore. Sto esagerando con le lodi? Non me ne frega niente: questo super-classico le merita tutte. è dal giorno della sua uscita che “Rumours” raccoglie pareri carichi di entusiasmo e recensioni a cinque stelle. “Rolling Stone” lo ha piazzato in settima posizione nella versione aggiornata della celebre (e anche un po’ discussa) lista dei cinquecento migliori album mai pubblicati.

Un riconoscimento importante guadagnato grazie all’impressionante sfilza di titoli sopraffini firmati dal già  citato Lindsey Buckingham, chitarrista ingiustamente poco celebrato (se non credete nelle sue qualità , andatevi a recuperare il folk di “Never Going Back Again”), e dalle anime femminili del gruppo, ovvero le leggendarie Stevie Nicks e Christine McVie. La prima ci regala veri e propri capolavori come “Dreams” e “Gold Dust Woman”; la seconda, che non è da meno nonostante una voce assai meno affascinante, ci delizia con la piano ballad “Songbird” e la bellissima “You Make Loving Fun”, che esplode in un ritornello fantasmagorico dominato da preziosissime armonie vocali.

Se non vi sembrano motivi più che sufficienti per andare a spegnere il televisore, cancellare dalla testa il Festival di Sanremo e concedervi quaranta minuti di vero pop, sappiate che è proprio in questo disco che i Fleetwood Mac inserirono alcune tra le loro hit più potenti: “Don’t Stop”, “Go Your Own Way” e “The Chain” (con un giro di basso da consegnare agli annali). Direi che non serve aggiungere altro.

Data di pubblicazione: 4  febbraio 1977
Tracce: 11
Lunghezza: 39:43
Etichetta: Warner Bros.
Produttori: Fleetwood Mac, Ken Caillat, Richard Dashut

Tracklist:
1. Second Hand News
2. Dreams
3. Never Going Back Again
4. Don’t Stop
5. Go Your Own Way
6. Songbird
7. The Chain
8. You Make Loving Fun
9. I Don’t Want To Know
10. Oh Daddy
11. Gold Dust Woman