Diventati un duo a tutti gli effetti con l’aggiunta del suo collaboratore di vecchia data Jonah Swilley, i Mattiel pubblicano questo terzo LP via Heavenly Recordings, che arriva a distanza di quasi tre anni dal precedente, “Satis Factory”.

Creato nella tranquillità  di una baita nei boschi del nord della Georgia, questo nuovo disco ha visto i due protagonisti collaborare per la prima volta fondendosi in un’unica entità  e non lavorando separatamente come avveniva in passato: il risultato del loro sforzo, prodotto proprio da Swilley, è poi stato passato alle sapienti mani di John Congleton (Angel Olsen, Lucy Dacus, Anna Calvi, Spoon), che si è occupato del mixing.

Il disco si apre con “Jeff Goldblum”, un pezzo indie-rock dalle influenze dancey: alle rombanti chitarre che sostengono il pezzo, risponde un ritornello le cui irresistibili melodie sono disegnate con i synth, che mette invece invece il loro animo più pop.

Le influenze pop non mancano nemmeno nella successiva “On The Run”, che però vira maggiormente su nostalgici territori country-folk dai toni cinematografici e con chitarre riverberose e pure qui c’è poco da dire: la struttura melodica è davvero molto buona.

Più avanti, invece, “Subterranean Shut In Blues” va a camminare su terreni blues e folk moderni e interessanti, arricchito dal prezioso tocco di una sezione di fiati davvero elegante e piacevole.

Un tuffo verso qualcosa di più psichedelico lo fa “You Can Have It All”, in cui però i Mattiel non dimenticano di aggiungere la loro anima pop (delizioso anche qui il ritornello), mentre la malinconica “Boomerang” si dimostra elegante con quei suoi tocchi strumentali dal sapore jazzy.

Senza voler fare per forza una rivoluzione, con questo suo terzo lavoro il duo di Atlanta riesce comunque a costruire qualcosa di interessante, variegato e decisamente gradevole, frutto anche del nuovo modo di collaborare tra Mattiel Brown e Jonah Swilley.

Photo Credit: Brandon McClain