Zanna mi piace, ho già  avuto a più riprese modo di dirlo e segnalarlo, inserendone le uscite all’interno di quel contenitore generalista e fumoso che è il bollettino del venerdì di IndieForBunnies.

Ovviamente non potevo esimermi, vista la caratura della proposta, di provare a fare qualche domanda al cantautore: sopratutto, in virtù di una scrittura che oggi merita di essere tutelata dai calderoni del nuovo pop, perchè esempio lampante di quanto sia ancora importante non solo “cosa si dice”, ma anche il modo in cui si dice qualcosa.

E Zanna, questo e poco ma sicuro, oltre ad avere “cose” da dire sa anche come dirle.

Ciao Cosimo, ti va di raccontarci sentimenti e idee alla base del tuo nuovo disco, “Ogni possibile imperfezione”?
Ciao! Spero che le canzoni riescano a fare questo per me. Si ricorre all’arte anche per evitare di esporre in maniera troppo didascalica il proprio pensiero. Sicuramente mi interessano energie in grado di portarci oltre le dicotomie e le dinamiche di una società  sempre più a misura di prodotto, sempre meno a misura dell’anima.

Come mai hai scelto di aprirlo con “Una danza”?
Perchè “scateni una festa e finisca con la soluzione ai conflitti irrisolti, ai passi sbagliati, al troppo silenzio”, citandone il testo.

Qual è stata la canzone più difficile da scrivere?
Ne “Il circo delle pulci” c’era qualcosa che mi sfuggiva, ho impiegato un po’ di tempo a connettere la musica con le parole adatte ad esprimere quello che volevo con precisione”…Quando è successo è stato molto bello!

Come mai hai deciso di non includere “In un verso” nel disco?
“In un verso” è arrivata all’improvviso, a lavori chiusi da un po’ e con la tracklist che aveva trovato la sua dimensione. Ho trovato giusto che esistesse per conto proprio.

Hai lavorato sul palco e in studio con tanti grandi artisti. Chi ha lasciato le tracce maggiori su di te?
Tutti in maniera diversa. Con Piero ed i Litfiba ho spostato i sogni dai poster adolescenziali alla realtà  sul palco, con Gianni Morandi ho vissuto la multiforme e pragmatica attitudine di chi sta sul pezzo da più di cinquant’anni, con Patty Pravo lo charme e l’imprevedibilità , con Bianca Atzei la contemporaneità “…Tutte situazioni molto diverse fra loro. Credo che sia uno degli aspetti più affascinanti del mestiere del “turnista” questo”… Poi è arrivata la necessità  di dare una voce ai miei pensieri.

C’è di fronte a noi un’estate in cui si potrà  finalmente tornare a suonare dal vivo. Se potessi scegliere un posto “del cuore” dove fare un concerto, quale sceglieresti?
Sono affezionato a tanti posti, in vent’anni di musica ho fatto più di mille concerti, conoscendo realtà  artisticamente ed umanamente splendide. Spero di tornare in tanti luoghi del cuore ma anche di suonare dove non l’ho ancora fatto.