Come spesso accade la memoria storica musicale fa difetto. La data esatta di uscita di “Spirale” dei Soon non è chiara, ma, arbitrariamente scegliamo il 14 maggio, se non altro per la concomitanza del compleanno di Odette Di Maio (che ricorda bene come la pubblicazione dell’album fosse molto vicina a quella data).

Dopo il clamore sonico di “Scintille“, in cui i ragazzi milanesi guardavano con ammirazione e rispetto al guitar-pop “Made in UK”, era tempo di consolidare uno status più che rispettabile raggiunto grazie a dei singoli micidiali (ovviamente “Il Fiume” e “Settimane”) ma sopratutto a un lunghissimo tour che aveva spinto la band a suonare ovunque nel nostro Paese. A distanza di un anno dall’esordio ecco arrivare quindi “Spirale” in cui i Soon sembrano mettere maggiormente in campo l’energia e l’intensità  accumulata on stage, esaltando l’anima più pop-rock “classica” che quella semplicemente anglofona. Sta di fatto che se le chitarre devono essere rumorose e rabbiose, beh, lo saranno e la voce stessa di Odette è più carica e sà  essere anche meno “delicata”.

Intendiamoci, la capacità  di scrivere ottimi ritornelli e strizzare l’occhio ad andature pop è rimasta intatta, ma il pugno allo stomaco di un brano furioso come “Libera Dentro” non ce lo aspettavamo di certo, tanto per fare un esempio.

Lo zucchero filato indie-pop, conferma della bravura della band nella scruttura di canzoni immediate, è squisito in “Abitudini” (brano che, purtroppo, non servì alla band come lasciapassare per l’edizione del Festival di Sanremo 1998), per non parlare dell’incalzante “Tutto Si Mescola”, nel giro chitarristico di “Sopra la Media” (a un passo dal jangle-pop) e “Non Andare”, per chi vi scrive con il ritornello più sopraffino e malizioso dell’intero lavoro. Il disco però si ricorda con gran piacere anche nei momenti in cui il livello di rumore si alza. Parliamo di “Saldi”, con un groove quasi alla Stone Roses ed esplosioni chitarristiche in odore di shoegaze, ma anche la ruvida “Gloria Suona” che non lascia davvero respiro.

Menzione d’onore a quella che, a conti fatti, è la ballata più oscura e toccante della band, che qui dimostra una maturità  impressionante e ci fa rimpiangere di non avere fra le mani un terzo disco che, invece, sembrava essere all’orizzonte. Stiamo parlando di “Lasciami Toccare”, con il suo incedere greve iniziale e poi l’ingresso imponente di ritmica e chitarre, in un saliscendi emotivo di rarà  intensità . Sembra quasi di trovarsi di fronte a un brano dei Puressence. Io ho sempre la pelle d’oca ad ogni ascolto, anche dopo 25 anni.

Finiva qui la storia discografica dei Soon (che comunque continueranno a suonare almeno fino al 1999, seppur con dei cambi di formazione rispetto a quella dell’album) che, al di là  dei rimpianti (inevitabili) e di un legame di affetto e amicizia che mi lega ad alcuni membri della band, non possiamo che ricordare con grande affetto: erano proprio bravi questi ragazzi milanesi e…si…ci mancano.

Pubblicazione: 14 maggio 1997
Stile: alt-rock
Tracce: 14

Tracklist:

1. Spirale 1
2. Abitudini
3. Spirale 2
4. Libera Dentro
5. Saldi
6. Elastico
7. Tutto Si Mescola
8. Lasciami Toccare
9. Non Andare
10. La Prima Volta
11. Sopra La Media
12. Inverno
13. Gloria Suona
14. Jingle