è possibile ricreare le stesse atmosfere di un film prodotto e distribuito circa 35 anni prima? No.
è possibile produrre e distribuire il seguito di un film 35 anni dopo mantenendo l’anima del primo? Sì.
L’esempio perfetto è “Top Gun Maverick”, da poco uscito nelle sale cinematografiche di tutto il globo. Non sono le stesse atmosfere ma è la stessa anima del primo a movimentare il nuovo film di Tom Cruise.
Merito non solo suo ma anche del regista Joseph Kosinski che si è messo a completa disposizione della star hollywoodiana, da gregario di qualità . Non era facile, se non impossibile e controproducente, riprendere il filo di un lungometraggio che aveva rappresentato in un determinato decennio un vero e proprio fenomeno culturale (costume, musicale, sociale).
Eppure la tenacia di Cruise e la disponibilità di Kosinski hanno prodotto i loro frutti. Ottimi a parer nostro. Riprendendo lo stile pubblicitario del mai troppo compianto Tony Scott, Kosinski spinge ancor di più sull’azione e non disdegna i dialoghi grondanti testosterone (la scena nel pub davanti al biliardo risulta davvero divertente).
Non cade nella trappola della nostalgia e dosa benissimo ricordi e novità attraverso piccole citazioni del primo film. Il ricordo di Goose, vero legame con il primo film, viene mantenuto attraverso il personaggio del figlio interpretato dal bravissimo Miles Teller (lo teniamo d’occhio dai tempi di “Whiplash”), incredibilmente simile nel fisico e nel viso al “padre”. La scheggia impazzita rimane sempre Tom Cruise questa volta nella nuova veste di istruttore, voluto a tutti i costi udite udite da Iceman (un piccolo ma toccante cameo per l’amico Val Kilmer).
Le musiche di Hans Zimmer non dimenticano ma riprendono i vecchi temi tanto cari ai ragazzi degli anni ’80 che decretarono in larga parte il successo del primo film.
In un’epoca di reboot, remake, sequel nostalgici fuori tempo massimo, “Top Gun Maverick” rappresenta il ricordo a servizio della novità . Potremmo definirlo un “newquel” a cui aggiungere un terzo definitivo capitolo di un film che tanto abbiamo amato per oltre tre decenni della nostra vita.