Sembra incredibile essere qui a celebrare i trentacinque anni – che non sono tanti, ma neanche pochi – di un disco che, all’epoca dell’uscita, probabilmente suonava avanti di secoli. O forse è vero il contrario? Perchè la rabbia racchiusa nelle ventotto schegge sonore (spesso brevissime, come ben ci dimostra il secondo striminzito della celeberrima “You Suffer”) che compongono “Scum”, il sorprendente debutto dei Napalm Death, ha in realtà un qualcosa di primitivo.
Non un semplice album quindi, ma un reperto archeologico risalente alla preistoria della musica estrema. Un’opera d’arte? A suo modo sì. Io personalmente preferisco considerarlo una specie di grande urlo liberatorio: un gesto di geniale brutalità contro il logorio della vita moderna. Da un punto di vista prettamente musicale, possiamo anche spingerci a ritenerlo una sorta di epocale spartiacque.
“Scum”, infatti, rappresenta la fine ufficiale ““ o il superamento – del punk come fenomeno di rottura e l’inizio di un qualcosa di ancor più rivoluzionario e scioccante. Un Big Bang in salsa hardcore, devastante non per la struttura del cosmo ma per le ben più sensibili orecchie di noi poveri umani. Tra i solchi amelodici di “Scum” si nascondono, in forma spesso abbastanza definita, i prodromi del metal estremo puro e incontaminato; di un genere, quindi, da intendersi solo ed esclusivamente come traduzione della violenza in suono.
Un esperimento disumano che, intorno alla metà degli anni ’80, venne condotto da tanti e tanti coraggiosi sparsi su entrambe le sponde dell’Atlantico. Nessuno però, prima dei Napalm Death, era riuscito in maniera così rozza ma efficace a definire le caratteristiche essenziali di uno stile ““ il grindcore ““ che trova nel rumore più assordante e abrasivo il suo tratto imprescindibile.
Le chitarre assassine, i riff vorticosi e ossessivi, le voci scartavetranti, la velocità disumana e il ritmo forsennato della batteria del bestiale Mick Harris ““ unico punto fisso in un album registrato da due line-up differenti ““ sono i tizzoni ardenti che alimentano il caos infernale di “Scum”, un lavoro seminale anche se nato quasi per caso.
Digby Pearson, il fondatore della leggendaria label indipendente Earache Records, lo assemblò pescando tra brani registrati in momenti e contesti diversi. Il denominatore comune è il già citato Harris, accompagnato da tutta una serie di giovani promesse entrate poi nella storia dell’underground britannico. Ve la pongo in termini “vinilistici”: sul lato A troviamo Nicholas Bullen (Scorn) e Justin Broadrick (leader dei Godflesh e frequente collaboratore di Mark Kozelek); sul lato B ci sono Lee Dorrian (la voce dei Cathedral), Jim Whitely e il grandissimo Bill Steer – ovvero il chitarrista di quei Carcass che, ricollegandosi anche alla lezione dei Napalm Death, non molti mesi dopo la pubblicazione di “Scum” avrebbero spinto il grindcore oltre ogni limite con il marcissimo “Reek Of Putrefaction”.
Nessuna delle persone coinvolte nella realizzazione di questo disco milita nella formazione attuale della band britannica che, imperterrita, continua a macinare metal da più di quarant’anni, fedele al violentissimo verbo del grind e del death più feroce. Un viaggio lungo e fortunato iniziato proprio con questo fulgido esempio di follia sonora – apprezzatissimo anche da un personaggio del calibro di John Peel, storico conduttore radiofonico della BBC e impeccabile lanciatore di talenti. Ed è proprio con le sue sagge parole che ci salutiamo, nell’attesa di un altro compleanno “estremo” da festeggiare tutti insieme sulle pagine di Indie for Bunnies: I Napalm Death, il cui LP “Scum” vanta ventotto tracce di musica incredibilmente rapida, descritta in copertina come “thrash hardcore selvaggiamente brutale”, suonano come se stessero eseguendo una colonna sonora per la fine della civiltà . Mi piacciono moltissimo.
Data di pubblicazione: 1 ° luglio 1987
Tracce: 28
Lunghezza: 33:04
Etichetta: Earache Records
Produttore: Digby Pearson
Tracklist:
1. Multinational Corporations
2. Instinct Of Survival
3. The Kill
4. Scum
5. Caught…In A Dream
6. Polluted Mind
7. Sacrificed
8. Siege of Power
9. Control
10. Born On Your Knees
11. Human Garbage
12. You Suffer
13. Life?
14. Prison Without Walls
15. Point Of No Return
16. Negative Approach
17. Success?
18. Deceiver
19. C.S. (Conservative Shithead)
20. Parasites
21. Pseudo Youth
22. Divine Death
23. As The Machine Rolls On
24. Common Enemy
25. Moral Crusade
26. Stigmatized
27. M.A.D.
28. Dragnet