Arrivano al debutto anche i giapponesi COLLAPSE, che finalmente racchiudono su un album alcune perle di questi anni passati, insieme a gustose novità  ipersoniche che rendono il loro disco come uno dei più meritevoli della nostra attenzione in questa calda estate.

Band difficile da catalogare quella dei COLLAPSE. Certo si potrebbe usare il termine shoegaze, ma i giapponesi svarinao davvero su tutti i fronti nel genere: sanno essere deliziosamente avvolgenti e accoglienti, cullandoci su trame sognanti (“Garden” ad esempio), ma poi eccoli farsi più oscuri, minacciosi, quasi rabbiosi (“Syrup” è al confine con il metal), per poi abbracciare momenti la malinconia è così forte da farci venire la pelle d’oca (“Birthlight” è una canzone che genera una empatia devastatante con l’ascoltatore).

Questi cambi di umore e di approccio sonoro ci accompagnano lungo tutto il corso dell’album, ma la cosa non ci disturba affatto, tanta è la bravura del quartetto di gestire i mood e le esplosioni sonore: “Implosion” stessa che apre l’album è così, con una partenza delicata e poi il finale travolgente, un vero e proprio biglietto da visita di quello che andremo a sentire. “Rip” ha al suo interno svariate suggestioni, che mi ricordano quasi una struttura da gruppo shoegaze cresciuto però con solide basi emo/metal. Restiamo affascinati da come la band esprima grinta e potenza in un brano come “Vertigo” per poi abbassare i ritmi in “Drown” che invece aumenta, se possibile, il livello di epicità  e magniloquenza shoegaze, con una vera e propria tempesta sonora (ascoltarla in cuffia è favoloso!).

La chiusura apocalittica di “Euphoria”, costruita ancora in modo da abbracciare svariate senzazioni e stati d’animo così come diverse intensità  nel sound (bellissimo il finale al piano), è degno finale per un disco che, ascolto dopo ascolto, continua ad aumentare il suo valore!

“Black Sheep Is Still Dreaming” ci piace moltissimo!

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