Joan Wasser mette in scena un set magnetico che rigetta, con naturalezza e leggerezza, l’ordinarietà , spesso frustrante e ripetitiva, delle nostre giornate, scandite sempre dagli stessi obblighi, dagli stessi impegni, da una lunga serie di comportamenti artificiali e al limite dell’ossessione, proponendoci, invece, una rilettura della realtà che è più lenta, più gustosa, più profonda, più attenta ai piccoli dettagli, consapevole che ogni pausa è un spazio vuoto che dobbiamo e che possiamo riempire con ciò che abbiamo dentro.
Un processo catartico che mescola speranza e dolore, sensualità e nostalgia e che si intreccia, in maniera perfetta, con lo scenario offerto dalle Antiche Fornaci di Eboli, un luogo intriso di passato, ma che, allo stesso tempo, grazie alle trame soul e jazz di Joan As Police Woman, viene proiettato verso un futuro che abbiamo il bisogno di immaginare migliore, più pacifico, più giusto e più sostenibile.
Intanto il piano e la chitarra costruiscono un percorso nella notte estiva, divagando anche in territori più elettronici, mentre lo sguardo benevolo della luna e delle montagne circostanti ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli. Il messaggio e la testimonianza di coloro che ci hanno preceduto nel cammino ci è di ausilio, esempio e supporto. Non possiamo, quindi, fare a meno di pensare a Tony Allen e al suono delle sue percussioni, intrise di funk ed afro-beat, che, magicamente, ci avvolgono e risvegliano i nostri sensi addormentati; è questa la vera fluidità , è questo il vero dinamismo e soprattutto è questa la vera bellezza, non certo quella che, quotidianamente, la rete spaccia come tale, costringendoci a rinunciare a ciò che siamo davvero. In particolare ai nostri traumi, che, invece, come ci mostra e ci sussurra l’artista americana, hanno il potere di caratterizzarci e di stimolare la nostra ironia, il nostro spirito critico e quel percorso creativo di ricerca e di sperimentazione che ci rende più completi, più appagati, più consapevoli e quindi, al netto di inevitabili perdite e sconfitte, più felici ed ottimisti nei confronti del domani.