La voce di Lera Lynn è sicuramente familiare ai fan di “True Detective” visto che ha accompagnato la seconda (criticata) stagione della serie creata da Nic Pizzolatto. Era lei infatti l’artista che si esibiva con passo suadente nel fumoso bar frequentato dai protagonisti interpretati da Colin Farrell e Vince Vaughn. Un ruolo ricorrente che le dava un’aria sofisticata, misteriosa, magnetica, pericolosa e la faceva somigliare alle muse musicali di David Lynch.

Archiviata quell’esperienza Lera ha continuato un percorso da cantautrice già  solido che prosegue con questo album. Un disco segnato dalla maternità  e dalla depressione post partum che porta a una rinascita artistica e personale, spingendo Miss Lynn verso territori inediti pur senza rinnegare la lezione imparata a Nashville. Un sound frizzante quello creato insieme al compagno Todd Lombardo fatto di sintetizzatori ed elettronica (“Illusion”, la ritmata “I’m Your Kamikaze”) ma anche di spunti squisitamente acustici e orchestrali (alcuni passaggi della title track e di “In A Moment”, “Eye In The Sky”).

Pochi i contributi esterni (il batterista Ian Fitchuk, il bassista Robby Handley e il violoncellista Nat Smith) in undici brani molto intimi e personali che non nascondono dubbi e fragilità , ben evidenti in “Conflict Of Interest”, “Cog In The Machine” e “What Is This Body?”. E’ la voce dinamica e versatile di Lera Lynn a legare il tutto, noir ma non priva di sfumature folk pop, intensa e in cerca di una nuova leggerezza come dimostrano l’eleganza melodica di “Black River” o “Golden Sun” e una “You Are Not Your Own” vicinissima a morbidezze jazz.

Il cambiamento non ha mai spaventato Lera, che negli ultimi anni è stata capace di regalare deliziosi dischi in solitaria (“On My Own” del 2020) e di collaborare con nomi importanti di quel mondo che ha fatto del country un punto di riferimento (“Plays Well With Others” del 2018). “Something More Than Love” è una piccola rivoluzione, un cambiare pelle per necessità  creative e non certo di mercato, un passo avanti, qualcosa di diverso e inaspettato nel percorso artistico di una musicista ormai affermata che sa ancora osare.