Dopo quasi quattro anni dall’uscita di “Siesta”, a maggio gli Hater sono tornati con questa loro opera terza, pubblicata ancora una volta dalla sempre puntuale label londinese Fire Records.
Registrato lo scorso anno a Malmö, il disco è stato prodotto dal loro collaboratore di lunga data Joakim Lindberg e poi mixato e masterizzato dalle preziose mani di John Cornfield (Ride, Muse, The Stone Roses, Robert Plant): “Sincere” vede per la prima volta la partecipazione anche dei due nuovi componenti della formazione svedese, il bassista Frederick Rundquist e il batterista Rasmus Andersson, sezione ritmica della band post-punk Fews.
Proprio questo cambio di line-up potrebbe aver causato l’aumento di energia all’interno del loro sound, che ora è più grezzo e diretto rispetto al passato.
Sin dalle prime note dell’iniziale “Something” il suono degli Hater sembra pulsare maggiormente, dimostrando una certa urgenza che prima non era così evidente; allo stesso tempo i vocals della frontwoman Caroline Landahl risultano più malinconici e cupi in confronto a ciò che avevamo ascoltato da lei nei lavori precedenti.
I ragazzi di Malmö non hanno però perso il loro magico tocco pop, come dimostrano per esempio in “Summer Turns To Heartburn”, che ci regala un magico e melodico coro, anche se la voce della Lundahl ha un non so che di amaro, mentre la chitarra di Mà¥ns Leonartsson è libera di agire, costruendo intensi assoli che non ci appaiono assolutamente scontati.
Discorso a parte va fatto per “Far From A Mind”, che ci porta su territori post-punk intensi e incisivi con la sezione ritmica in grande evidenza, mentre Caroline continua a disegnare melodie dal sapore magico.
“Brave Blood”, invece, prova a spostarsi su paesaggi sonori shoegaze dalle influenze ’90s, dove la chitarra di Leonartsson, pur dal suono cupo, tende a spingere verso l’alto, mentre la voce della Landahl rimane comunque melodicamente gentile, sebbene piuttosto scura.
“Sincere” vede gli Hater muoversi in numerose direzioni con buona intensità e senza paura: se ora questi svedesi sono senza dubbio più rumorosi e aggressivi rispetto a prima, non mancano però di quella loro vena pop che tanto ci piace.
Photo Credit: David Möller