Sodalizio di lunga data quello tra Tariq Trotter / Black Thought e Brian Burton / Danger Mouse visto che risale al lontano 2005 / 2006 ma il progetto non è mai veramente decollato per gli impegni da produttore di Burton e quelli di Trotter con i The Roots e da solista. La possibilità  di vederli insieme sembrava definitivamente tramontata anche se Black Thought nel 2018 non era sembrato totalmente pessimista sul futuro musicale di una partnership tutta da inventare.

Ci sono voluti altri quattro anni per avere a portata di mano e d’orecchio “Cheat Codes”, che originariamente doveva intitolarsi “Dangerous Thoughts”. Un album in cui i due chiamano a raccolta un buon numero di colleghi e amici affidandogli strofe e parti senza badare a spese, includendo anche una notevole quantità  di sample a partire da “Love Without Sex” di Gwen McRae che apre “Sometimes”, un crossover soul che profuma di passato, contagiando anche la title track, la scintillante “No Gold Teeth” e la conclusiva “Violas & Lupitas”.

La sensazione è quella di trovarsi di fronte a un dream team che fa della concretezza vecchia scuola la propria bandiera, una mentalità  che unisce diverse generazioni e tralascia spesso (ma non sempre) il dissing duro e puro per una competizione altrettanto vivace che coinvolge Raekwon & Kid Sister in “The Darkest Part” e Michael Kiwanuka in “Aquamarine” entrambi brani co ““ prodotti da Inflo, i combattivi A$AP Rocky & Run The Jewels in “Strangers”, Joey Bada$$, Russ & Dylan Cartlidge nella melodica “Because” e Conway the Machine in “Saltwater” senza dimenticare il contributo postumo di MF DOOM.

Parola d’ordine dinamismo dunque, senza divismi, all’insegna del fair play e del gioco di squadra. Il ricercato reticolo di suoni tipico delle produzioni Danger Mouse fa da contrappunto al flow intelligente di un Black Thought che ruba la scena dimostrando di essere uno degli artisti più inflessibili, provocatori e ispirati in circolazione, mai così introspettivo come in “Identical Deaths”. Un punto d’arrivo per Burton che ha sempre considerato Tariq Trotter un modello a cui ispirarsi. Il producer e il rapper danno vita a un album variegato e compatto, che non avrà  forse il potere d’ipnotizzare le masse (anche se potrebbe e dovrebbe) ma saprà  raggiungere le menti giuste.