Doppia firma per quest’album scritto e ideato a quattro mani da Noah Lennox e Peter Kember, che già avevano più volte collaborato e aggiungono un nuovo tassello al loro rapporto musicale che ha attraversato diverse fasi con alla base una solida amicizia. Galeotto per la nascita di questo progetto è stato il comune amore per la psichedelia anni sessanta da cui “Reset” attinge a piene mani visti i numerosi sample che punteggiano un disco divertente e gioioso, assolutamente godibile.
Scontato il paragone con “Merriweather Post Pavilion” degli Animal Collective in cui Lennox / Panda Bear ha a lungo militato prima darsi alla carriera solista e in effetti pezzi come “Go On”, “Everyday” o “Edge of the Edge” lo ricordano molto, ma senza troppe nostalgie per la rivoluzione neo psichedelica dei primi anni dieci. Il tocco di Kember è più sfumato ma non meno evidente e riguarda soprattutto il lato elettronico e melodico di questi nove brani che giocano spesso con il ritmo e la voce (“In My Body” e “Whirpool”) strappando più di un sorriso.
“Reset” non fa tabula rasa e non rinnega il passato, è un omaggio esplosivo e vivace alla storia personale e collettiva di Lennox e Kember con qualcosa dei Woods in “Livin’ In The After” o “Gettin’ To The Point”, molta personalità e convinzione nei propri mezzi. Si sono divertiti, fanno divertire e regalano un pizzico di spensieratezza tra doo wop e coloratissime armonie. Il disco giusto per ricaricare le pile abbandonandosi a lunghi trip e sognando infiniti on the road estivi.
Credit foto: Ian Witchell