Super Furry Animals capitolo secondo, tutt’oggi considerato dal buon Gruff Rhys più interessante del debutto “Fuzzy Logic”. La libertà che la band gallese aveva conquistato con quel primo fortunato disco viene sfruttata pienamente in questi quattordici brani, usciti poco più di un anno dopo e arrivati all’ottavo posto nelle classifiche inglesi. “Radiator” è un nuovo, enorme parco divertimenti ideato insieme al produttore Gorwel Owen, che ha messo a disposizione dei SFA la sua collezione di sintetizzatori vintage e computer Atari da aggiungere alle chitarre permettendogli di scavare a fondo, di tornare con la mente alle radici della loro passione musicale e sperimentare a volontà .
Un album diabolicamente divertente almeno quanto l’orso in copertina, solo un esempio della lunga serie di personaggi che adornavano le copertine di album e singoli dei Super Furry Animals periodo 1997. Il simpatico animaletto opera di Pete Fowler, all’epoca disegnatore di belle speranze che aveva da poco traslocato a Londra dalla natia Cardiff, avrebbe ben presto acquistato vita propria diventando protagonista ai concerti sotto forma di enormi palloni gonfiabili (per chi è interessato Fowler ha raccontato la sua esperienza in questa bella intervista a The Line Of Best Fit).
“Radiator” ha permesso ai Super Furry Animals di guardare avanti, separandosi nettamente sia dal Britpop che dalla miriade di gruppi made in Wales che avevano improvvisamente e prontamente suscitato l’interesse di addetti ai lavori e non. Gruff Rhys e soci erano semplicemente un (peloso) animale fieramente indipendente dai simili. Quante band d’altronde avrebbero potuto permettersi di tirar fuori un brano come “The International Language of Screaming” che rivaleggiava coi Supergrass in ritornelli vivaci e fantasiosi? Per non parlare poi del techno rock di “The Placid Casual” e “Hermann ♥’s Pauline” o dell’iniezione d’energia di “Chupacabras”.
Il cuore d’oro dei SFA batteva forte nella amatissima “Demons” con la sezione fiati (Martin Smith, Simon James e Andrew Frizzell) in pieno spolvero tex mex ma a sorprendere era soprattutto una ballata come “She’s Got Spies” con le sue melodie à la Beatles incastonate in un arrangiamento grintoso che contagiava parzialmente anche “Bass Tuned to D.E.A.D”, tre minuti e venti secondi tra armonia e distorsione quasi mai citati quando si parla di “Radiator”. Un finale sognante e malinconico – “Down a Different River”, “Download”, “Mountain People” – salutava con dolcezza. Il futuro era dietro l’angolo, già s’intravedeva in “Torra Fy Ngwallt Yn Hir” che anticipava di qualche anno i fasti di “Mwng” ma questa è un’altra storia.
Super Furry Animals ““ “Radiator”
Data di pubblicazione: 25 agosto 1997
Registrato: Parr Street Studios (Liverpool) 1997
Tracce: 14
Lunghezza: 46:54
Etichetta: Creation
Produttori: Gorwel Owen, Super Furry Animals
1. Furryvision (instrumental)
2. The Placid Casual
3. The International Language of Screaming
4. Demons
5. Short Painkiller (instrumental)
6. She’s Got Spies
7. Play It Cool
8. Hermann ♥’s Pauline
9. Chupacabras
10. Torra Fy Ngwallt Yn Hir
11. Bass Tuned to D.E.A.D
12. Down a Different River
13. Download
14. Mountain People