Sono passati quattro anni e mezzo dall’uscita del suo sophomore “Make Way For Love”, ma ora Marlon Williams sta per ritornare con un nuovo LP, “My Boy”, in uscita il prossimo 9 settembre via Dead Oceans. “”My Boy” è un disco vivido e dinamico, vivace, complesso e cinetico come la vita che svolge il suo interprete”, spiega la press-release e noi di Indieforbunnies siamo andati a chiedere al songwriter neozelandese qualche dettaglio in più riguardo alla sua nuova fatica sulla lunga distanza. Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Marlon, come stai? Recentemente hai suonato a Roma e Verona in apertura a Lorde: com’è stata la tua esperienza in Italia? Come hanno reagito i fan italiani? Hai avuto modo di provare a suonare qualche nuova canzone durante quei concerti?
La mia esperienza italiana è stata incredibile. Roma è stata tutto quello che mi avevano fatto credere e anche di più. Mi piace che i fan italiani applaudano spontaneamente, a metà canzone, solo perchè ne hanno voglia. Non l’ho mai provato con nessun altro pubblico. Ho colto l’occasione per provare alcune canzoni del nuovo disco e sono andate bene, il che è incoraggiante, anche se molte canzoni sono state scritte per un’intera band, quindi non vedo l’ora di realizzarle in questo modo.
Per il tuo nuovo disco, “My Boy”, hai deciso di lavorare con nuovi musicisti invece che con i Yarra Benders come nei tuoi precedenti lavori: è stato per mantenere le cose fresche per te e anche per i tuoi fan?
Esattamente. Credo che lo scopo fosse quello di creare un po’ di caos nel sistema. Essere il “nuovo ragazzo della scuola” che può mentire e dire ai suoi compagni di classe che suo padre è un astronauta senza temere rappresaglie!
Negli ultimi quattro anni hai avuto la possibilità di recitare, sia in film che in serie televisive: queste esperienze ti hanno aiutato in qualche modo a crescere anche nella tua carriera musicale? Il tuo album è stato in qualche modo ispirato dalla tua recitazione?
Credo che mi abbia sicuramente aiutato a vedere le cose da un’angolazione leggermente diversa. Il mio mentore Miranda Harcourt ha detto che quando sei su un palco a cantare stai presentando un intero universo, ma quando reciti stai solo guardando l’universo che si sviluppa intorno a te. Ho scritto canzoni narrative basate su personaggi fin da quando ero giovane, ma in questi giorni sto cercando di essere un po’ più libero, un po’ più osservatore nella mia scrittura.
Hai anche lavorato e suonato con artisti come Lorde, Florence And The Machine e Courtney Barnett, solo per citarne alcuni: queste esperienze ti hanno aiutato a crescere come musicista?
Collaborare con persone che ammiri è sempre utile, sia che si tratti di esibirsi che di scrivere insieme. Più che altro, ti costringe a dare il meglio di te per guadagnarti il loro rispetto.
Durante la pandemia hai ripreso a studiare la cultura Maori: quanto ha influenzato il suo modo di scrivere canzoni?
Probabilmente in più modi di quelli di cui sono consapevole. Sono cresciuto cantando canzoni maori e parlandone un po’ e vivendo nella cultura attraverso i miei genitori. Questo influenza il mio modo di cantare e di suonare la chitarra e quindi, naturalmente, influenza il modo in cui le canzoni vengono fuori.
Che mi dici del titolo del tuo nuovo disco, “My Boy”? Si riferisce a una persona in particolare?
Non si tratta di una persona in particolare, ma di una figura maschile più anziana in generale; uno che guida. Credo sia un’allusione a una sorta di sottomissione.
Di cosa parlano i suoi testi? Sono personali? Da dove hai tratto ispirazione mentre li scrivevi?
Credo che siano colpi d’occhio di qualsiasi cosa stia accadendo per me. “La poesia è solo la cenere di una vita ben bruciata”, come diceva Leonard Cohen. Cerco di non pensare troppo a quanto della mia vita personale trapeli in essa haha
Secondo te quali sono stati i maggiori cambiamenti nel tuo nuovo album?
è difficile per me dire con esattezza quali cambiamenti siano avvenuti, suppongo perchè io stesso sono soggetto a cambiamenti, quindi mi sembra tutto normale. Ma materialmente ci sono molti più synth e la scrittura è molto più rigorosa. Ogni canzone rimane nella sua zona, mentre l’ultimo album vagava molto di più.
Quali sono state le tue influenze musicali più importanti per “My Boy”?
Ascoltavo molte cose New Romantic, Duran Duran e Spandau Ballet. è una combinazione di queste cose con il Pacifica.
Hai qualche artista neozelandese interessante da suggerire ai nostri lettori?
Vorrei che il mondo intero ascoltasse il mio amico Adam Hattaway. è una bellissima miscela di Tom Verlaine e dei Rolling Stones e credo che i vostri lettori lo apprezzerebbero.
Un’ultima domanda: puoi scegliere una delle tue canzoni, vecchie o nuove, da utilizzare come colonna sonora di questa intervista?
Ooooooh, andiamo con “River Rival”. Questa intervista ha un’atmosfera da River Rival. Grazie mille.
Photo Credit: Derek Henderson