Ben Gibbard, frontman dei Death Cab For Cutie, si è fatto una lunga chiacchierata con NME parlando di come “Asphalt Meadows”, il nuovo album in uscita venerdì 16 settembre, li abbia fatti “sentire come una nuova band“.
“Ricordo di aver detto espressamente a mia moglie, a un certo punto del gennaio 2020, ‘Vorrei solo avere un anno di pausa’”, ha ricordato il cantante. “La band aveva in programma cose intermittenti per quell’anno, ma c’erano anche un paio di obiettivi personali che mi ero prefissato. Il lato positivo di un periodo così terribile è che ha dato agli artisti un sacco di tempo per prendere fiato e staccarsi dalla routine dei tour. Quel periodo mi ha sicuramente portato in posti diversi dal punto di vista creativo, che forse non avrei raggiunto altrimenti. Di certo non credo che avremmo avuto il disco che abbiamo senza questo periodo“.
C’è anche il lato oscuro della medaglia: “Man mano che l’isolamento si prolungava, la mia ansia iniziava a crescere e non avevo voglia di scrivere. Mi sentivo così ansioso e guardavo troppi telegiornali. Ho iniziato a fare spettacoli live in streaming per motivi altruistici e perchè pensavo che alla gente potessero piacere, ma avevo anche un motivo egoistico per farli. Mi dava un senso di normalità . In un periodo in cui nessuno doveva essere da nessuna parte, il fatto di dover essere li alle 16:00 ogni giorno – e di essermi dato il compito di suonare set molto diversi ogni giorno e di assicurarmi di toccare un sacco di materiale – mi ha dato un vero senso di scopo in quel periodo in cui mi sentivo come se stessi galleggiando“.
Suonando vecchio materiale dei Death Cab e coverizzando artisti che lo hanno ispirato, Gibbard ha acquisito una nuova prospettiva quando ha cercato di scrivere quello che sarebbe diventato “Asphalt Meadows”. “Per chiunque faccia questo lavoro da tanto tempo come noi, c’è questo delicato equilibrio che cerchi sempre di raggiungere tra lo spirito e le sonorità di alcuni dei vecchi materiali, cercando allo stesso tempo di spingere in alcune nuove direzioni. Ma volevo anche che il disco suonasse come i Death Cab. Rivisitare molto del vecchio materiale per quegli spettacoli“, ha aggiunto, “mi ha dato una nuova prospettiva, o una prospettiva che non avevo da tempo. Dicevo: ‘Mi piace molto questo pezzo, forse dovremmo ricominciare a suonarlo’. Oppure: “Oh, questa canzone ha un bel tocco. Forse dovrei provare a fare qualcosa di simile in una nuova canzone”. Mi ha permesso di essere un po’ più a tutto tondo nel pensare al nostro catalogo“.
I Death Cab hanno lavorato ad “Asphalt Meadows” con il produttore John Congleton, di cui Gibbard ha detto di essersi “immediatamente innamorato” dopo essere stato presentato dal tastierista della band Zac Rae nell’estate del 2021. “John era una persona con la quale avevamo sempre pensato di fare un disco“, ha dichiarato Gibbard a NME, raccontando che la band era “abbastanza avanti” con la realizzazione di “Asphalt Meadows” con un produttore britannico prima che “il COVID e le differenze creative rallentassero il lavoro. John mi ha subito conquistato. A volte la strada che inizi non è quella che poi prendi, ma quella che prendi finisce per essere di gran lunga migliore del tuo piano originale. E questo è stato certamente il caso di lavorare con John“.
Gibbard ha svelato il modus operandi per il disco: all’inizio di ogni settimana la band sceglieva i nomi di ciascuno dei cinque membri in ordine casuale. Da lì, il membro assegnato al lunedì avrebbe creato un brano musicale, poi toccava al membro successivo il martedì, e così via.
“Entro il venerdì“, ha spiegato Gibbard, “avevamo tutti 24 ore di tempo per fare la nostra parte, e quando avevi il brano avevi il completo controllo editoriale. Se mercoledì arrivava a Dave [Depper, chitarrista] e non gli piaceva il tempo, o non gli piaceva il pezzo di batteria, poteva semplicemente toglierlo o fare qualcosa di nuovo. L’obiettivo era cercare di scrivere le migliori canzoni possibili. Era un modo che non avevamo mai fatto prima“.
Attraverso questo nuovo processo di lavoro, Gibbard ha dichiarato di aver imparato a conoscere meglio i suoi compagni di band e che i Death Cab ora “si sentono come una nuova band“: “Sembra che stiamo appena iniziando a sfruttare il potenziale di questa particolare formazione“.
Ricordiamo che i Death Cab For Cutie saranno in Italia il prossimo 1 ° marzo 2023: la band di Ben Gibbard farà tappa al Fabrique di Milano. Special guest Slow Pulp.
Photo: Jimmy Fontaine