è con un fuoco d’artificio a sorpresa che i Nu Genea decidono di chiudere una stagione trionfale, passata a calcare i palchi dei più importanti festival internazionali. Dopo aver fatto tappa a Londra per il “Gala”, a Barcellona per il “Sonar”, a Berlino per lo “Xjazz!” ed a Berna per il “Gurtenfestival”, il duo di sfavillanti polistrumentisti partenopei, infatti, torna a casa e sceglie l’Arenile di Bagnoli per festeggiare l’ultima tappa del tour, proprio alla vigilia di San Gennaro.

Per l’occasione, Lucio Aquilina e Massimo Di Lena, aka Nu Genea, decidono di avvalersi di una formazione allargata, che troneggia allegramente sul palco nelle persone di Marzouk Mejri (darabouka e voce), Marcello Giannini (chitarra e voce), Pietro Santangelo (sax e voce), Andrea De Fazio (batteria), Roberto Badoglio  (basso), Fabiana Martone (voce) e Paolo Bianconcini (percussioni).

Il concerto sold out, immerso in una perfetta cornice di fine estate, è un concentrato di vibrazioni positive e genuino calore umano. Quasi un riflesso della poetica dietro a “Bar Mediterraneo“: lo spettacolo napoletano diventa fertile terreno di scambio, uno spazio comune magico e giocoso, dove sguardi e gesti di musicisti e pubblico affondano palesemente le radici nella stessa tradizione.

La serata va più o meno così: il primo gin tonic, sorseggiato con difficoltà  saltando sulle note di “Marechià “, mentre Cosimo, protagonista del video musicale del pezzo, nonchè padre di Massimo di Lena, si esibisce nel suo show con una certa nonchalance, facendo vasche immaginarie sul palco dell’Arenile (Cosimo ti amiamo!). Poco dopo, le teste del pubblico si mettono ad ondeggiare tutte come pesci a pelo d’acqua sulle note di “Gelbi”. Si alza il vento mentre sfilano le sfumature dei mandolini di “Straniero”, fondendosi ai versi saporiti di “Je Vulesse”, frescamente estratti dalla poesia di Eduardo De Filippo “Io vulesse truvá pace”. “Tienatè” brilla e fa scatenare la folla che, a forza di fiancate, mi sospinge inaspettatamente verso un’amica che non vedevo da mesi, regalandomi un bellissimo momento Carrà mba! Che sorpresa proprio poco prima della fine del concerto.

La napoletanità  dei Nu Genea unisce perchè fiorisce in un sound moderno e cosmopolita, che trova un nuovo modo di comunicare col mondo sul quale si affaccia, mantenendo, però, al contempo, uno sguardo fisso sulla memoria delle origini. La formula è vincente e non è un caso se il live baciato dal mare va subito sold out. I Nu Genea fanno centro e Napoli, porto natio che accoglie e custodisce ritmi da millenni, riconosce i propri degni figli e decide di premiarli ballando tutta la notte.