Articolo a cura (e presente sul sito) di Horroritaly.com
“Un viaggio vero e proprio nel mondo dell’unico, inimitabile, malefico, e intramontabile Zio Tibia. Attraverso le parole dei protagonisti della trasmissione horror più amata dagli italiani, scopriremo aneddoti, curiosità e tantissimo altro. Rivivremo ancora una volta l’atmosfera che solo Zio Tibia sapeva creare e ci immergeremo in una puntata inedita realizzata per l’occasione. E per la prima volta in assoluto l’unica intervista rilasciata da Fabrizio Casadio (voce di Zio Tibia) poco prima della sua scomparsa.”
Esprimere una considerazione lontana dal cuore può risultare quasi distante dall’oggettività ma, mai come in questo caso e forse per una sola volta, le parti riescono ad abbracciare, ed in modo assolutamente simultaneo, un’entità unica nel suo genere; un personaggio che ha rappresentato per una generazione intera (la Nostra generazione) una sorta di parente lontano che, grazie alla sua esplosiva follia, si è fatto voler bene senza chiedere niente in cambio e, anzi, inconsapevolmente cullato e cresciuto la passione di tanti per un preciso genere cinematografico: Nato come “la risposta italiana” a Tales From The Crypt, l’immortale Zio Tibia prende una importantissima parte nel mondo della televisione italiana di fine anni 80 e inizi anni 90. Uno specifico periodo storico dove tutto sapeva di spensieratezza (attraverso gli occhi di noi bambini/adolescenti) e dove l’estate era segnata da un’imperdibile appuntamento con quello strano personaggio a cui si è immediatamente dato un affetto incondizionato. Il viale dei ricordi è tributato in questo vero e proprio viaggio dentro quei sapori ormai ingialliti dal passato, prendendo tutto il fascino della scherzosa paura e rimettendola a schermo per un ultima folle corsa. Ale & Max Copertino sono il motore nascosto di questa incredibile macchina del tempo, lasciata impolverata per tanto, troppo tempo, gestendo, sempre con quegli eterni occhi da bambini, un testamento che profuma tanto di malinconia quanto di eterna gratitudine all’interno di un Documentario assolutamente imperdibile che ha scandito una piccola pagina di comunicazione televisiva italiana. Le parole dei diretti protagonisti, le immagini di backstage, aneddoti curiosi e rivelazioni mai esposte prima d’ora sono il fulcro di quest’Opera curata nel minimo dettaglio, grazie proprio a quella passione portata avanti per merito di quel simpatico personaggio interpretato da Stefano Cananzi e mai dimenticato dal pubblico.
Questo DVD rappresenta la vita vissuta di tante entità (anche la nostra da “normali” spettatori) in un concentrato di narrazioni a cuore aperto poste, neanche sotto forma di interviste stesse, ma come una semplice chiacchierata tra cugini ormai persi di vista; questa semplicità porta la mente del pubblico dentro stanze segrete dell’intimo e dove il tubo catodico veniva considerato un mezzo circense per far decollare il proprio immaginario per alcune semplici ore. La rappresentazione del “traghettatore” di film Horror assume, grazie a questo personaggio, un retrogusto completamente inedito e anche più bizzarro rispetto al suo “Originale”, elevando al massimo un tipo di comicità ormai persa e che ha caratterizzato l’inusuale eleganza di parlato mai estremizzato sotto facili costumi di volgarità in voga in quel periodo, anzi, tenendo sempre una costanza pacata mai sopra le righe. Il rispetto verso la teatralità cristallina venne portata, per la prima volta, su schermo esorcizzando le adrenaliniche pellicole in rapida successione, segnando addirittura una grammatica personale ancora viva nella contemporaneità .
La Nascita del Mito, le difficoltà di gestione degli spazi e l’inconsapevole leggerezza dell’essere, vengono esposte da coloro che, in prima persona, hanno pensato, voluto e ottenuto un progetto tanto bizzarro e pericoloso per il Rating di ascolti dell’epoca, con grandissimo orgoglio e qualche pizzico di rimpianto, come in questo caso specifico rapportato 25 anni dopo dai Fratelli Copertino; ogni sforzo per portare al pubblico questo ricordo è stato voluto e ottenuto con, al posto del Rating ,uno scontro con il popolo del Web : come allòra così oggi, l’arco ha scoccato una freccia velenosa dando vincente la partita.
La prova che ogni segno indelebile, prima o poi, rientra in quello strano cerchio della vita, chiamato “romantico ricordo”, ,lotta con una grandissima forza, non avendo eccezioni, anche in questo caso specifico. Tributare una fetta di tempo dentro uno spirito così genuino è sicuramente l’aspetto che più colpisce, durante la visione di questo Documentario; dando allo spettatore tutta quella magia infantile e che, anche solo attraverso un’ immagine, emerge dalle tenebre facendo scattare un piccolo sorriso amaro; non triste (se non per la consapevolezza di non avere più tra noi il corpo e la voce di Zio Tibia Stefano Cananzi e Fabrizio Casadio) ma sicuramente pieno di sensazioni che difficilmente torneranno.
Lo spazio di quei cassetti di memoria vengono immediatamente indirizzati da un inedita puntata di Zio Tibia Horror Picture Show che introduce il Documentario: per un ultima volta Cananzi & Casadio si prestano al servizio dei propri “Zombetti Putridi” riportando in vita una morte che non verrà mai dimenticata e che grazie a Ale & Max Copertino resterà per sempre presente nella nostra/vostra piccola videoteca privata. Oltre il fantastico Packaging Digipack disegnato da Simona Simone con Artwork di Stefano Rossello l’opera si avvale della OST di Tibia (Rustblade) e una grandissima quantità di Materiale Extra come presentazioni esclusive, backstage, servizi giornalistici, spot e tanto, tanto altro ancora.
Un percorso guidato dentro la leggenda su di una fiaba che ha fatto la storia.