Il tempo è la chiave per capire la genesi di “As The Moon Rests”, secondo album di A.A. Williams ancora più oscuro e tormentato dell’esordio sulla lunga distanza “Forever Blue”. Un disco a cento all’ora, extra large nel sound e nelle intenzioni fin dal primo singolo “Evaporate” brano dalle solide radici metal (figlie probabilmente degli ascolti giovanili di Deftones e Meshuggah con echi di Paradise Lost) dall’arrangiamento complesso che unisce chitarre, batteria, archi in sottofondo.

Facciamo un passo indietro: spetta in realtà  a “Hollow Heart” aprire i giochi, power ballad gotica e spettrale ad alto tasso emozionale e melodico. Il ritmo resta sostenuto anche in “Mumurs” dove la tensione cresce fino a un urlo liberatorio mentre “Pristine” punta all’inizio su un passo cadenzato e rarefatto, per poi esplodere in sette minuti di pura poesia noir. “Shallow Water” si avventura in territori folk con arpeggi di chitarra acustica delicati che si aprono a un arrangiamento orchestrale di grande eleganza, tirato il fiato è ora di “For Nothing” scura e venata di un minimalismo dolente che raggiunge il climax dopo più di tre minuti.

L’anima straziante di “As The Moon Rests” è rappresentata da brani come “Golden”, dotati di magia e magnetismo con il pianoforte a indicare la strada e la batteria che tiene il tempo prima dell’ingresso prepotente dei sintetizzatori. “The Echo” è un’altra ballata dolente e riflessiva impreziosita ancora una volta dagli archi con un finale melodico e muscolare, “Alone Into The Deep” è la seconda power ballad che si muove sinuosa e maestosa tra chitarre, synth e batteria. “Ruin (Let Go)” propone un nuovo viaggio nel mondo del folk sognante e pastorale prima che la title track faccia calare il sipario ed è una terza power ballad metallara, misteriosa e romantica.

Modula la voce in modo diverso A.A. Williams, si lascia andare raggiungendo toni epici, melodrammatici senza rinunciare all’intimità . La vediamo trasformarsi sotto i nostri occhi, mentre prosegue l’ascolto, in una rockeuse aggressiva, volitiva che domina le emozioni e le trasforma in forza, in energia. “As The Moon Rests” cammina sul sottile confine tra rumore e quiete, ma abita entrambi quei mondi. Alex Williams si mette a nudo senza nascondere ferite e vulnerabilità , creando un album che può ricordare le sonorità  dei vari Anathema e Alcest ma brilla di luce propria.

Credit Foto: Thomas Williams