Ottime notizie dal pianeta Everything But The Girl: Ben Watt e Tracey Thorn hanno infatti annunciato di aver registrato un nuovo album che uscirà  a primavera 2023. Il primo disco del duo inglese a ben ventiquattro anni da “Temperamental” del 1999 segue a stretto giro di posta la ripubblicazione della loro intera discografia avvenuta negli ultimi tempi, imperdibile occasione per dedicar loro una delle nostre Top 10 che prova a ripercorrere una carriera strettamente legata a due decadi ““ gli anni ottanta e poi i novanta ““ di profondi cambiamenti musicali che l’evoluzione degli EBTG ha seguito e spesso rappresentato in pieno.

10. Night And Day
1982, da “Night And Day” 12″

Il primo singolo, riuscita cover del brano di Cole Porter che metteva già  in bell’evidenza l’eleganza e la raffinatezza che sarebbero presto diventate un marchio di fabbrica della coppia Thorn ““ Watt capace sin da subito di affrancarsi dalle esperienze precedenti (Marine Girls per lei, una carriera solista già  interessante per lui) creando nuove suggestioni.


9. Each And Every One
1984, da “Eden”

Album d’esordio prodotto da Robin Millar con le sue indubbie influenze jazz, rinnegato in fretta dagli EBTG, ancora oggi un ascolto vivace e intenso. L’ironia pungente del singolo “Each And Every One” col suo “If you ever feel the time/To drop me a loving line/Maybe you should just think twice/I don’t wait around on your advice” è ancora più rilevante in un’era di social e commenti frettolosi.


8. Are You Trying To Be Funny?
1985, da “Love Not Money”

Il loro disco più politico dove l’influenza degli Smiths è evidentissima ma la volontà  di Ben Watt e Tracey Thorn di dir la propria su temi come sessismo, il conflitto in Irlanda del Nord, le crescenti disparità  sociali acuite dall’era Thatcher lo è altrettanto. Altro testo vivido e pungente quello di “Are You Trying To Be Funny?” che unisce new wave e post punk in un mix veramente curioso.


7. Don’t Let the Teardrops Rust Your Shining Heart
1986, da “Baby, The Stars Shine Bright”

Primo cambio di passo con un disco melodico e orchestrale, co-prodotto da Mike Hedges e registrato agli Abbey Road Studios. Difficile resistere a una ballata come “Don’t Let the Teardrops Rust Your Shining Heart”, forse una delle più sincere tra quelle scritte da Watt che rende sentito omaggio a Burt Bacharach, riferimento evidente anche nella splendida e vellutata interpretazione di Tracey Thorn.


6. Goodbye Sunday
1988, da “Idlewild”

Watt inizia a sperimentare con drum machine e sintetizzatori mentre Tracey Thorn continua a scrivere principalmente a chitarra e piano, mondi che s’incontrano in “Idlewild” e finiscono per convivere alla grande. “Goodbye Sunday” è un buon esempio: groove delicato ma trascinante, ritornello accattivante che stimola ascolti plurimi.


5. Driving
1990, da “The Language of Life”

Bel matrimonio tra soul ed elettronica simboleggiato da “Driving”, trasporta gli EBTG negli anni novanta grazie al contributo di un produttore affermato come Tommy LiPuma (Miles Davis e Aztec Camera nel suo lungo curriculum). Registrato a New York e definito da Tracey Thorn un disco di soul pop americano perfettamente eseguito e arrangiato, “The Language of Life” è la fotografia di una band in cerca di una nuova identità  e questo è parte del suo fascino.


4. Understanding
1991, da “Worldwide”

La frizzante “Understanding” tratta da un album che conteneva anche la delicatissima “Boxing and Pop Music” e “British Summertime”. Un po’ snobbato da tutti “Worldwide” è stato riscoperto con la reissue curata da Edsel Records una diecina di anni fa che ha riscattato questi undici brani dal ruolo minore a cui sembravano ingiustamente destinati.


3. Wrong
1996, da “Walking Wounded”

Il loro trionfo pop ““ Tracey Thorn dixit ““ il disco in cui capitalizzano il successo ottenuto con “Amplified Heart” e “Missing” (vedi sopra) perfezionando il mix vitale e moderno tra la dolcezza della voce di Thorn e gli arrangiamenti che prendono elementi di drum and bass, trip hop, techno rielaborandoli al servizio di un sound elegantemente elettronico.


2. Hatfield 1980
1999, da “Temperamental”

Sono sempre stati maestri nello scrivere piccole inquietanti storie della provincia inglese gli EBTG e “Hatfield 1980” tratta da quello che finora era il loro ultimo album è l’esempio perfetto. Inquietante e ritmata, rappresentava il mood di “Temperamental” ben più del gioioso singolo “Five Fathoms”. Soul, scratch, trip hop per un saluto al millennio d’autore.


1. Missing
1994, da “Amplified Heart”

Primo posto ovvio, scontatissimo ovviamente appannaggio del brano più famoso degli Everything But The Girl, noto soprattutto grazie al remix di Todd Terry che ha donato al duo nuova vita. Preferiamo qui la versione originale, elegantissima con i suoi intrecci di chitarra acustica ed archi che mettono in risalto la vulnerabilità  del testo cardine di “Amplified Heart”, il disco della rinascita dopo la lunga malattia di Ben Watt, arrivato trionfalmente in classifica.