“Here is Everything” è il documento di un periodo di enormi cambiamenti nella mia vita. Lo abbiamo iniziato in pieno lockdown, registrato metà mentre ero incinta di sei mesi e lo abbiamo finito con me con un piccolo di nove mesi.
E’ la maternità di Juliette Jackson, principale autrice di testi e musica della band, la protagonista di quest’album. La cover, del resto, non cerca di nasconderci lo stato interessante della frontwoman londinese!
Brani scritti durante la gravidanza e successivamente durante i primi mesi di maternità , periodo davvero importante che si riflette nei testi: “Daydreaming” ci racconta delle vere difficoltà di allattamento mentre “Satellites” ci coinvolge nei momenti di nausea mattutina. “Satellites” è anche il brano che conclude la scaletta e che contiene, nel suo svolgimento pacato, una meravigliosa intuizione con quelle note di piano nel ritornello (“What if as soon as I can make the time…”).
Scritto con Jessica Winter, il singolo “Wide Eyes” è il brano che esprime la gioia, la felicità , quei momenti dove vuoi ballare e piangere, dove torni a guardare ogni cosa con gli occhi di un bimbo, il tuo bimbo.
Il basso di Celia Archer introduce un’altra perla melodica, “Trouble” con il suo bel cambio di ritmo nel chorus, un classico che qui si esalta nel finale.
Ma è possibile per un essere umano non venire rapiti dall’impertinenza delle chitarre di “Sucker Punch” o restare impassibili al ritmo danzereccio in “Daydreaming” e cadenzato in “This Love”?
La pandemia e la gravidanza di Juliette avevano messo in forse il futuro di questa band ma Soph Nathan, Celia Archer e Fern Ford hanno trovato gli stimoli per superare questo intricato e difficile periodo. La band si è unita intorno alla musica, vero punto di riferimento in un mondo folle e schizofrenico.
Il loro terzo album è solido, concreto e maturo.