Torna finalmente a farsi sentire Benjamin Clementine, dopo i buoni riscontri ottenuti con il suo sophonore “I’ll Tell A Fly”, uscito a settembre 2017: il musicista inglese di stanza in California, sposato con la songwriter londinese Flo Morrissey da cui nel frattempo ha avuto due figli nel 2017 e nel 2019, spiega che presto potrebbe chiudere la sua carriera musicale per dedicarsi ad altri interessi quali la recitazione e la moda.
Scritto e prodotto dallo stesso Clementine, “”And I Have Been” è stato concepito durante la COVID. Come tutti, anch’io mi sono trovato ad affrontare molte lezioni, complicazioni ed epifanie legate alla condivisione del mio percorso con una persona speciale. “Part One” è solo l’ambientazione, è la punta dell’iceberg che prepara la scena per “Part Two”, che va più a fondo”: proprio dopo l’uscita della seconda parte, prevista per l’inizio del 2023, Clementine sarebbe intenzionato a uscire di scena.
“Residue” apre i giochi e subito ci mostra di cosa è capace il musicista inglese: la sua immensa e splendida voce è la vera protagonista e, come già successo in passato, non fatica a raggiungere vette irraggiungibili per altri: ad adornare il tutto un leggero e saltellante velo di elettronica, che poi è superato dall’imponenza degli archi, che aggiungono eleganza. Nella parte finale, invece, insieme al piano, troviamo perfino fischi e handclapping che sembrano voler aggiungere un tocco pop alla sua composizione.
Il singolo “Genesis” ha un non so che del classico stile di Benjamin con quel suo incedere veloce creato dal piano e dagli archi, mentre la sua voce disegna melodie di rara bellezza, passionali quanto malinconiche, dimostrando ancora una volta il suo incredibile talento.
“Last Movement Of Hope”, che con i suoi quasi sei minuti è la traccia più lunga del disco, è un pezzo strumentale scritto con il piano: l’atmosfera è rilassata e ci porta sui territori più classici di composizione dove Benjamin si è formato a livello musicale.
“Auxiliary”, invece, è quella sorpresa che non ti aspetteresti da un musicista dello stampo di Clementine, che trova la sua allegria in questa melodica apertura pop, dove il piano convive senza problemi con percussioni e handclapping e un lontano profumo tropicale fa la sua comparsa nel finale.
Un altro lavoro di grandissima qualità per Benjamin Clementine: in attesa di ascoltare la seconda parte di questo disco, rimaniamo molto soddisfatti di questa prima metà , sperando che nel frattempo il londinese cambi idea e decida di non abbandonare la scena musicale.