Sembra strano citare la “Divina Commedia” e di Dante Alighieri all’interno della recensione di un disco indie-rock, ma questo “Here Comes The Devil” è stato scritto proprio dopo aver ascoltato un audiobook dell’Inferno del sommo poeta toscano.
Per chi non lo conoscesse, Smidley è il progetto di Conor Murphy, frontman dei Foxing, gruppo di cui abbiamo scritto più volte anche su questo sito: iniziato nel 2017, utilizzando come moniker il nome del cane di famiglia di quando era un bambino, il musicista di St. Louis aveva finora pubblicato solo un omonimo album, probabilmente troppo impegnato con il lavoro della sua band principale e, solo dopo oltre cinque anni, a novembre è arrivato anche questo sophomore.
Prodotto e suonato quasi interamente dallo stesso Murphy, il disco vede comunque alcuni ospiti tra cui l’artista elettronico Shinra Knives, Adam Schatz (sassofonista di Landlady e Japanese Breakfast) e il chitarrista dei Foxing E.M. Hudson, che si è occupato anche del mixing.
“Ho scritto della morte di un amico, del fidanzamento, dell’idea di avere un figlio, di invecchiare rapidamente”, dice Conor del suo nuovo lavoro, spiegando come queste canzoni abbiano un significato molto importante per lui.
E come avevamo già visto anche nel lavoro più recente dei Foxing, “Draw Down The Moon” (2021), il suo modo per esprimersi è piuttosto variegato di recente: partiamo subito citando il singolo principale “Another Devil”, che vede proprio la partecipazione di Shinra Knives. Si passa da elementi elettronici a chitarre jangly e poppy, grida, ma anche a momenti molto rilassati e altri pieni di energia, tutto all’interno di un’unica canzone: le cose comunque funzionano e il risultato è gradevole.
Molto più tranquilla, invece, la successiva “Do You Still Love Me”, dove Murphy ha un tono decisamente meditativo e fa uso del piano per creare belle melodie, utilizzando anche un falsetto di boniveriana memoria e soprattutto un sax morbido che aggiunge un tocco di magia all’atmosfera.
Poco più avanti troviamo “Heaven Knows I’m In Hell”, una canzone d’amore leggera ed estremamente riflessiva che probabilmente non ci saremmo aspettata da Smidley, ma che comunque gode di una grandissima sensazione di intimità .
Impossibile non citare poi il delicato pop di “In Poor Taste” con quella sua ricchezza strumentale tra piano e archi: allo stesso tempo poi esce fuori quella sua inconfondibile anima emo piena di sentimenti che ci ricorda quali sono le sue origini musicali.
In seguito “Canto Of Queens”, evidente citazione dantesca, ci immerge inizialmente in un mondo tranquillo in cui troviamo la chitarra come protagonista, che pian piano lascia spazio ad altri elementi elettronici e a percussioni, senza però mai forzare il ritmo, anzi cullando l’ascoltatore attraverso qualche atmosfera tra l’ipnotico e il rilassante.
Un viaggio decisamente interessante e variegato quello che Murphy fa percorrere ai suoi fan con questo suo sophomore caratterizzato da un lavoro strumentalmente meno intenso di quello che ci saremmo potuti aspettare, ma comunque piacevole e valido: il suo futuro è ricco di strade da poter intraprendere.
Credit Foto: Tim Gebauer