I mostri nati dalle credenze popolari presso trasformati dalla letteratura e dal cinema spesso erano il frutto della fantasia e dalla paura senza che poi mai avessero un riscontro con la realtà .
Gli unici frutti della fantasia che hanno invece attraversato in maniera reale la storia, almeno per quelli che sostenevano di averli davanti, sono stati quelli che in qualche modo avevano a che fare con la religione, persone con problemi che diventavano indemoniati alla mercè di sedicenti esorcisti e le donne che furono spesso accusate di essere al servizio del demonio solo per arginare forme di ribellione spesso alimentate da un trasformazione sociale che aveva impoverito le comunità rurali.
La caccia alle streghe era una forma di controllo sociale che affondava radici nel paludoso potere della religione che riaffermava il proprio potere attraverso la paura, un processo che alimentava il consenso e con esso il potere sulle menti delle persone, in periodi di difficoltà è sempre una buona soluzione indicare un nemico, finto o reale che sia, per riacciuffare consenso e controllo.
Il potere di poter imporre il proprio pensiero con la forza avviene in ogni forma totalitaria ma a volte la forza neanche serve, basta essere semplicemente parte di una comunità basata su un credo per determinare i vari aspetti della tua vita, almeno fino a quando non si ha la forza per ribellarsi, questo è quello che ha fatto la cantante di queste Witch Fever, Amy Walpole che fino all’età di sedici anni ha fatto parte di una rigida congregazione religiosa.
Una volta scappata da quel mondo ha iniziato una nuova vita da strega libera che l’ha portata fino a questo punto, giovane leader di una band tutta al femminile capace di realizzare un album deciso, forte e appunto libero.
Le Witch Fever offrono un sound dove fondono energia punk rock, potenza metal e accenni di chitarra grunge in un insieme di brani che, pur avendo una costante uniformità , riesce spesso a centrare momenti anche divertenti spesso con critiche feroci e mostrando sempre una forte attitudine anticlericale.
Ci sono brani che comunque che colpiscono al primo ascolto, “I Saw You Dancing” con il basso pesante e distorto e la chitarra punk che ricorda il periodo punk di Adam Ant, “Congregation” che è un anti preghiera lamentosa e struggente, “Beauty And Grace” costruito su una chitarra decisa e una critica agli standard attuali di bellezza, e anche la chiusura dell’album lasciata a “Slow Burn” e a “12” non mostra alcun cedimento, la band resta valida anche quando si lascia andare a ritmi più lenti come nel caso del primo brano e chiude con rabbia esplosiva nel secondo.
“Congregation” è un album che fonde punk e rock con potenza e con una certa credibilità , e questo già è un gran risultato, le Witch Fever riescono a convincere anche con un lavoro sulla lunga distanza senza mai annoiare.