Non sappiamo cosa abbia spinto Gianluca Danaro e Domenico Migliaccio ad abbandonare o semplicemente interrompere l’avventura dei Sadside Project – una band folk rock che, fino a pochi anni fa, raccoglieva attenzioni e buone recensioni a destra e a manca. Sta di fatto che il duo romano, forte delle tante esperienze accumulate nel corso del tempo (ricordiamo un tour in supporto ai Verdena del doppio “Wow” nel 2011), ha deciso di aprire una nuova fase della propria carriera con i 1789.
Il nome richiama la Rivoluzione Francese ma la musica proposta nel lavoro di esordio, un EP di sette tracce intitolato “Faro”, è quanto mai legata al nostro presente. Danaro e Migliaccio ripongono nel cassetto il cantato in inglese e le vecchie infatuazioni per blues e folk con l’idea ““ originale, certo, ma anche un po’ furbetta ““ di unire tra loro le sonorità dell’alternative rock più moderno, con chiare influenze emo e qualche spruzzatina di elettronica, e un immaginario nerd alla Stranger Things che sprizza nostalgia “’80s da tutti i pori.
Alcuni titoli del disco parlano chiaro: “Biff Tannen” è il bullo della trilogia di Ritorno al futuro, mentre “Alderaan” (in questo brano il basso è nientepopodimeno che di Roberta Sammarelli dei Verdena) è il pianeta dal destino infausto che viene distrutto dalla Morte Nera in Guerre stellari (il film del 1977 che oggi viene chiamato Star Wars: Episodio IV ““ Una nuova speranza).
Il citazionismo sfrenato dei 1789 si risolve in una serie di evocazioni e ricordi sparsi qua e là per creare un’atmosfera fatta di mancanze ““ o meglio, riprendendo parole da loro pronunciate, di rimpianti per un mondo “analogico e avventuroso, fatto di rapporti veri e reali”.
Una piccola curiosità che fa da filo conduttore a un EP interessante e ben prodotto in cui inserti sintetici suggestivi e mai invadenti fanno da contorno alle chitarre elettriche, vere e proprie protagoniste di un disco molto energico, viscerale ma per nulla aggressivo, improntato com’è a un pop rock fantascientifico ed emozionale che scoppia di pathos, melodie urlate, pura malinconia ma anche di tanta voglia di vivere. Se siete estimatori di Gazebo Penguins e Fast Animals And Slow Kids date una possibilità ai 1789 e non ve ne pentirete.