L’ album del 2021 “Heavy Elevator” mi era piaciuto parecchio tanto da finire nella mia personale top ten dell’anno, quindi l’arrivo del suo nuovo lavoro era molto atteso per la curiosità di verificare se mi sarei trovato davanti ad una ulteriore crescita.
Il primo singolo uscito ad anticipare l’album “Angel Numbers” non mi era dispiaciuto, certo non era ai livelli di “The Mauritian Badminton Doubles Champion, 1973″ che aveva la caratteristica del super brano capace di colpire immediatamente ( per fare un esempio e fatte le dovute distanze un po’ come quando ascolti per la prima volta “Can’t Stand Me Now” dei Libertines e pensi, però questi sono da seguire), ma era comunque interessante.
Il secondo singolo “Money” era divertente ma fa parte di quella categoria di brani che io chiamo fuochi d’artificio, durano poco (per fare un esempio e fatte le dovute distanze Adam Ant nella sua breve carriera solista era il re dei fuochi d’ artificio), sicuramente non aveva il fascino particolare di “Calls to Tiree “ che mi aveva particolarmente colpito.
Nello scrivere mi rendo conto che sul mio giudizio, me lo dico da solo, eccessivamente negativo ha un peso la mia purtroppo pessima attitudine a stancarmi subito di un artista una volta assimilato il suo modo di creare brani, cosa che non mi capita ovviamente sempre ma che in questo album è purtroppo presente, pur restando un lavoro piacevole non mi sembra aggiungere niente di particolarmente interessante al suo precedente ottimo lavoro.
Non mancano comunque i brani da ascoltare, per esempio il brano di apertura “Once Upon an Acid Glance” funziona con il suo clap hands ed è un buon inizio che riprende quanto interrotto nel suo precedente lavoro ma è una specie di conferma che nulla è cambiato.
In realtà cambia il livello di interesse, a parità di qualità vocale indiscussa già con “Think of Us Kissing“ l’entusiasmo si smorza , maledette aspettative.
“Frontman” riaccende la curiosità soprattutto per l’inaspettata partecipazione di Anna B. Savage nel vederla misurarsi con i suoni di Hamish Hawk, bel pezzo cantato anche a due voci che comunque si muove sul mood intenso di Anna, pezzo elegantemente sofferto.
La morrissiana “Bill” è piacevole come in fondo “Rest & Veneers“ cantata in coppia con Samanta Crain che fa venire in mente il piacevole ricordo dei purtroppo dimenticati Beautiful South, fino ad arrivare alla chiusura con “Grey Seals” che in fondo riassume un album ben fatto ma che manca del gancio affascinante di “Heavy Elevator”.
“Angel Numbers” è piacevole e permette ad Hamish di avere brani per arricchire i propri live ma in fondo non aggiunge nulla e non rappresenta uno scatto in avanti ma siamo sicuri che il talento di Hamish Hawk saprà sorprenderci ancora in futuro.