Deve avere un problema con le stagioni pari “You”, forse ereditato dai libri di Caroline Kepnes. Per farla breve: dopo una prima stagione non esente da difetti e semplificazioni nella costruzione della psiche contorta del serial killer Joe ma molto avvincente e glamorous, ne seguì una seconda tirata per i capelli e inutilmente sensazionalista, per giunta noiosa, poi una terza che invece imbastì una salace critica al perfetto vicinato americano, vivacizzato e messo a nudo dall’avvento della mortifera coppia formata dal Nostro e Love.
Questa quarta stagione in realtà fa così schifo che l’ho abbandonata al terzo episodio, poi ci sono tornato perché ultimamente è davvero un periodo di magra e ho sperato in una qualche miracolosa evoluzione.
Anzitutto la sortita londinese di Joe, qui riciclato professore universitario di letteratura Jonathan, è la peggiore, con un dipinto della città francamente irrealistico e la fauna high class esageratamente macchiettistica, in una maniera che le caratterizzazioni sono così piatte che non ne distingui una dall’altra e da ciascun personaggio ti aspetti bene o male la stessa cosa.
La vera catastrofe è però la sceneggiatura, che abbandona la sua linearità e punta tutto su un plot twist che vuole essere un mix tra “Fight Club” e “Mr. Robot” ma non riesce a sorprenderti pe run secondo che sia uno. A questo punto va poi anche detto che purtroppo per lui, e per noi, Penn Badgley non è Edward Norton, ma nemmeno Rami Malek.
Male male male.