In una recente intervista alla BBC Thomas Balganter, che insieme all’amico e collega Guy-Manuel de Homem-Christo formava il celebre duo elettronico pioniere del french touch, ha finalmente svelato i motivi che hanno portato, ormai due anni fa, alla fine dei Daft Punk.
Balganter dichiara:
I Daft Punk erano un progetto che confondeva il confine tra realtà e finzione con questi personaggi robotici. È stato un punto molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare la narrazione mentre stava accadendo…
e ancora:
Amo la tecnologia come strumento ma sono in qualche modo terrorizzato dalla natura del rapporto tra le macchine e noi. Ora che la storia si è conclusa, è stato interessante rivelare una parte del processo creativo che si è basata molto sull’uomo e non sugli algoritmi
La riflessione continua poi sul tema creatività e di quanto essa possa essere a rischio di fronte all’inarrestabile progresso dell’intelligenza artificiale:
Le mie preoccupazioni sull’ascesa dell’intelligenza artificiale vanno oltre il suo utilizzo nella creazione di musica. Nei Daft Punk abbiamo cercato di usare queste macchine per esprimere qualcosa di commovente, che una macchina non può provare ma un essere umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non dalla parte della tecnologia… Per quanto ami questo personaggio, l’ultima cosa che vorrei essere, nel mondo in cui viviamo, nel 2023, è un robot..
Bangalter pubblicherà il prossimo 7 aprile il suo nuovo album solista “Mythologies” originariamente concepito come una partitura per balletto ed eseguito al Grand Théâtre di Bordeaux lo scorso luglio.