Lo scorso weekend, via Bella Union, Emma Tricca ha realizzato il suo quarto album, “Asprin Sun”. Registrato a NYC insieme a Steve Shelley dei Sonic Youth, Jason Victor dei Dream Syndicate e al bassista Pete Galub, questo è il suo primo disco per la label di Simon Raymonde. La musicista italiana di stanza a Londra tornerà “a casa” a presentarlo con tre date – mercoledì 12 all’Angelo Mai di Roma, venerdì 14 al Link di Bologna e sabato 15 all’Auditorium Biblioteca di Buja (UD) – e noi di Indieforbunnies.com abbiamo approfittato di questa occasione per scambiare due chiacchiere con lei via e-mail e farci raccontare qualche dettaglio in più sul suo nuovo lavoro. Ecco cosa ci ha detto:
Ciao Emma, il tuo quarto LP, “Aspirin Sun”, è appena uscito da pochi giorni: quali sono le tue prime sensazioni?
Per la prima volta nella mia carriera sento di essere, artisticamente dove devo essere; la stampa è sempre stata meravigliosa con noi, ma ora mi sembra ci sia ancora più riscontro e approfondimento sul nostro lavoro.
Tra pochi giorni tornerai anche a suonare in Italia, presentando il tuo nuovo disco con tre date: che aspettative hai?
Nessuna e tantissime. Questa è la dicotomia che si prova quando si torna a giocare in casa. L’unica cosa che posso dire è l’importante è la musica e noi siamo pronti.
Puoi gentilmente spiegare ai nostri lettori il significato del titolo dell’album, “Aspirin Sun”? C’è qualcosa di particolare nascosto dietro di esso?
Forse… è un’album di rinascita dal dolore. Ma sono aperta a tutte le interpretazioni: a volte noi musicisti siamo solo conduttori di corrente… non sappiamo che case andiamo ad illuminare!
Il disco esce per la prestigiosa Bella Union, etichetta che personalmente amo moltissimo. Posso chiederti come sei entrata in contatto con Simon? Ti piace lavorare con una label così importante e molto stimata in giro per il mondo?
Simon mi mandato una mail nel gennaio del 2021 dove si scusava per non conosce il nostro lavoro… cosa assurda, ma vera! Poi parlando dei vari progetti sui quali stava lavorando io gli ho parlato del nuovo disco è stat cosa fatta. Ho firmato qualche mese dopo.
La perdita di tuo papà nel 2018 è stata fonte di grande dolore per te: quanta di questa sofferenza troviamo in “Aspirin Sun”? Scrivere nuova musica ti può anche aver aiutato in qualche modo ad andare avanti?
Tutta la sofferenza del mondo, ma anche la rinascita ed il cambiamento e l’accettazione (l’unica medicina valida).
Hai iniziato a registrare il nuovo LP nel 2019 a NYC insieme al grandissimo Steve Shelley, uno che non ha certo bisogno di presentazioni e un tuo collaboratore già da parecchio tempo; in seguito è arrivata la pandemia che immagino possa aver bloccato il processo: ci puoi raccontare qualche dettaglio in più sulla nascita di questo disco?
È una cosa che non so spiegare, purtroppo… a volte le cose arrivano così… senza preavviso. Sono intuizioni e bisogni istintivi.
Con te su questo nuovo album, oltre a Steve, ci sono il chitarrista dei Dream Syndicate Jason Victor e il bassista Pete Galub: quanto questi tuoi collaboratori hanno contribuito alla crescita del tuo nuovo full-length?
E’ un album corale quindi sicuramente loro hanno influito, ma bisogna essere tutti nello stesso allo stesso punto per fare un lavoro del genere.
Quali sono state le tue principali influenze musicali per “Aspirin Sun”? Che cosa ascoltavi, mentre stavi scrivendo le tue nuove canzoni?
Stavo ascoltando Can, Neu! Newport Bob Dylan e le Orme.
Nel tuo album ci sono elementi folk, come psichedelici e dreamy: se dovessi utilizzare una definizione per il tuo suono, quale useresti?
Sospeso tra la terra è il cielo?
Ho letto che hai detto di voler uscire dalla tua comfort zone: posso chiederti fino a dove ti sei spinta?
È stata una necessità quasi fisica quindi la spinta è stata una forza a se che mi guidata.
Sei italiana, ma abiti a Londra e hai registrato il disco a NYC: quanto e in che modo pensi che i luoghi possano avere influenzato il tuo suono? Quanto della tua personalità italiana è presente in questo disco, che comunque ha sapori internazionali?
I luoghi hanno un’importanza incredibile. Nel mio caso è NYC; è il posto dove la mia creatività si fa sentire di più.
Un’ultima domanda: per favore puoi scegliere una tua canzone, vecchia o nuova da utilizzare come soundtrack di questa nostra chiacchierata?
Direi “Space & Time”.