“The sequel of the requel”, come una delle protagoniste definisce le nuove gesta di Ghostface nell’ormai proverbiale soliloquio metacinematografico. Dei primi ha però i clichè e dei secondi manca il frizzantino effetto sorpresa, questo “Scream VI”, che rispetto al predecessore, il cosiddetto requel della saga, deraglia verso binari ovvi e che non portano in nessun luogo che sia necessario raggiungere.

Eppure i primi dieci minuti sono esaltanti. Complice l’imprevedibilità dei nuovi sfondi newyorkesi, la storia sembra volerci disorientare, all’insegna del motto che senza movente fa tutto più paura, ma poi invece il movente c’è, è il più citofonato di tutti, e non c’è Gail o plot twist che possa salvarla.

In un requel tutti i vecchi personaggi sono sacrificabili. La cosa funzionò bene per l’appunto nel requel, ma nel sequel del requel sappiamo che X morirà nello stesso momento in cui appare.

La regola rimane bellissima, sacrosanta, ma poi il film ha bisogno di personaggi nuovi che funzionino e qui l’unico che sembra provarci è quello della carinissima Jenna Ortega.