Quattro anni sono passati dall’uscita di “I Am Easy To Find“: quattro anni in cui nel mondo è successo di tutto, incluse cose che nessuno avrebbe mai potuto pronosticare. In questo lungo, ma pur breve periodo di tempo, i National hanno preparato questo loro nuovo LP, realizzato ancora una volta dalla 4AD, riuscendo a superare un periodo difficile che aveva fatto pensare ai cinque componenti della band di Cincinnati che il loro percorso, dopo più di venti anni, fosse ormai giunto al termine.
Per fortuna non è stato così, come dimostra questo nono album, registrato al Long Pond, lo studio di Aaron Dessner nella Hudson Valley, NY, prodotto dallo stesso gruppo originario dell’Ohio: tra i numerosi ospiti troviamo – ai vocals – tre presenze piuttosto pesanti come quelle di Phoebe Bridgers, Sufjan Stevens e Taylor Swift, senza dimenticare l’altrettanto importante aggiunta della London Contemporary Orchestra, che ha portato un ulteriore tocco di eleganza al già raffinato suono dei National.
Come dicevamo poco sopra gli statunitensi hanno rivelato che, all’inizio dei lavori, ci sono state parecchie difficoltà, visto che Matt Berninger, che comunque nel 2020 aveva pubblicato il suo primo LP solista, “Serpentine Prison“, non riusciva a scrivere i testi e le melodie a causa dell’ansia: stando sempre a quanto dice la band di Cincinnati, il punto di svolta, però, sembra sia stato il singolo “Tropical Morning News”, scritto dal frontman insieme alla moglie Carin Besser, co-autrice di alcune canzoni di questo disco.
Partiamo da “The Alcott”, la collaborazione con Taylor Swift, la più nota tra gli ospiti del disco: chi scrive non è un fan della musicista nativa della Pennsylvania né era rimasto impressionato da “Folklore” ed “Evermore”, i suoi due album usciti nel 2020 e co-prodotti da Aaron Dessner, quindi le aspettative verso questo pezzo non erano sicuramente tra le più elevate, ma – lo dobbiamo ammettere – il risultato è davvero bello. Se la strumentazione è abbastanza scarna, con il solo piano e qualche apparizione del violino, l’atmosfera diventa comunque molto emotiva grazie al continuo rispondersi delle due voci, che sfociano poi in ottime armonie che lasciano un segno importante nel cuore di chi ascolta.
“Your Mind Is Not Your Friend”, una citazione dal libro di Mary Shelley da cui prende il titolo il disco, è un altro importante duetto con Phoebe Bridgers (presente anche in “This Isn’t Helping”): anche qui l’atmosfera che i National riescono a creare con il supporto del piano, dei violini e della batteria è qualcosa di davvero toccante e ci dona tante sensazioni sincere e intense a ogni ascolto.
Tornando al già citato singolo “Tropic Morning News”, invece, è doveroso segnalare un maggiore uso di drum-machine e di altri elementi elettronici che, nonostante il suo tono piuttosto cupo, porta un ritmo più incalzante e anche le sue melodie hanno un gusto più pop e davvero gradevole.
“Eucalyptus” è un altro brano di quelli molto riusciti che vanno, invece, ad appoggiarsi su tappeti sonori chitarristici: se inizialmente la canzone si affida alla voce languida di Berninger, in un secondo tempo esplode in una grandissima emotività, descritta anche attraverso l’intensità della sua strumentazione, ricordandoci sia le cose più belle del passato della band dell’Ohio, ma anche certi cori dai toni epici scritti dalla penna del compianto Scott Hutchison per i suoi Frightened Rabbit, un gruppo che aveva comunque condiviso molto con i National.
La conclusiva “Send For Me”, tra la leggerezza dei suoi elementi elettronici e delle sue percussioni e la bellezza del piano e dei violini, mostra tutta la vulnerabilità di Berninger e compagni e arriva dritta e sincera ai cuori di chi ascolta, regalandoci gli ultimi momenti di pura magia di questo disco.
Forse qualcuno criticherà il gruppo di Cincinnati per non aver cercato di uscire dalla loro comfort zone con abbastanza decisione, ma è innegabile che l’emotività che i National riescono a descrivere anche in questo nono album sia destinata a rimanere e le loro soluzioni sonore abbiano sempre un livello di qualità assolutamente superiore a tante altre band: un album di valore da ascoltare e riascoltare per trovare un po’ di conforto anche nei momenti più bui.