Si apre con una suite strumentale dal gusto orchestrale il secondo disco di Milo Scaglioni che sei anni dopo l’esordio “Simple Present” si affida a un titolo tratto da una poesia di Albert Camus per regalare altri quarantatre minuti in bilico tra la psichedelia più dolce e ritmi graffianti, resi ancora più brillanti dalla decisione di registrare dal vivo buona parte dell’album.

Credit: Giulia Ferrando

L’anima cantautoriale di Scaglioni viene messa in mostra con brani dalla forte vena melodica come “Locked In A Circle” e “Sketches In The Sand”, quest’ultima  sottolinea ancora una volta la passione per l’Elliott Smith intimo e confidenziale, mentre “It’s Not Over” e “The Sound Of One Hand Clapping”esplorano territori psichedelici vicini agli ultimi Temples o ai Tame Impala, senza rinunciare a orientalismi d’autore.

Racconti di viaggio come “From Paris To Amsterdam” confermano l’impressione di avere tra le mani un disco vario nel suono e curato negli arrangiamenti. La psichedelia anni sessanta evocata in “Shaking” e una “Beautiful Daughter” riflessiva e sperimentale tra percussioni e synth trasportano verso un finale ritmato all’insegna dei fiati e del soul psichedelico nella dinamica “Electric Shush” prima della carezza conclusiva, una “Girl On The Phone” delicata ma non priva di grinta.

Un album solista ma corale “Invincible Summer” che grazie alla presenza di Angelo Di Mino a piano, archi e tastiere, Roberto Dragonetti al basso, Antonio Leta alla batteria, Enrico Gabrielli a flauto e sassofono e Roberto Dellera ai cori crea un sound elegante e ricercato, particolarmente adatto ad accompagnare la fine dell’inverno e l’inizio della prossima estate.