E’ sempre un piacere ascoltare un nuovo LP dei Beach Fossils e anche questa volta la band di Brooklyn non delude le aspettative: registrata e prodotta dal frontman Dustin Payseur e masterizzata dalle esperte mani di Josh Bonati (Sufjan Stevens, Mac DeMarco, Woods, Wild Nothing), questa quarta prova sulla lunga distanza arriva a sei anni esatti dal precedente, “Somersault“.
Il disco contiene i testi più vulnerabili di Payseur. Lo statunitense ha spinto se stesso a essere onesto e a dare una visione del suo mondo emotivo: dalle parole toccanti sulla battaglia contro il cancro di un membro della sua famiglia, alla gioia di essere padre, al fumare una sigaretta dal finestrino dell’auto con gli amici, è il lavoro più vivido e personale della band fino ad oggi.
La malinconia, infatti, è presente sin da subito con “Sleeping On My Own”, pronto a diventare un classico indie-pop: le melodie sono assolutamente vincenti e la sua morbidezza è sognante e ce li fa paragonare ai Real Estate.
Impossibile non citare la purezza cristallina di “(Just Like The) Setting Sun”, dove chitarre e synth creano una perfezione melodica gratificante e incredibilmente piacevole, facendo allo stesso tempo sognare chi ascolta.
“Feel So High”, all’interno dei suoi vocals tenui, trova anche influenze psichedeliche molto luminose e delicate, mentre la forza di “Numb”, conquistata con le sue chitarre fuzzy, ha una propulsione shoegaze dai sapori dreamy.
Uno dei migliori dischi indie-pop del 2023 con la sua malinconia accompagnata da toni cristallini e incredibilmente soft e da sensazioni pop che confortano e saranno sicuramente ottimi compagni per questa stagione estiva e per molto altro tempo: pur senza rischiare troppo o percorrere nuove strade pericolose, i Beach Fossils si confermano una certezza.