E’ un bel periodo per Janelle Monáe, ormai abituata a dividere il proprio tempo tra la carriera di attrice e quella di musicista. Percorsi che vanno di pari passo senza mai confondersi del tutto. Identità separate che in “The Age Of Pleasure” sembrano compenetrarsi, completarsi a vicenda.

Credit: Mason Rose

Un quarto album nato prima, durante e dopo le pazze feste a bordo piscina in quel di  Wondaland West, il buen retiro a Los Angeles con studi di registrazione inclusi dove Monáe vive e lavora. Il manifesto di un’artista che ha orgogliosamente scoperto e accettato mille versioni di se stessa. Dominano la voglia di vivere e di divertirsi senza troppe preoccupazioni e rispetto al passato parliamo di un disco molto, molto più semplice.

Una rivoluzione non tanto musicale visto che  afro – pop, afro – beat, dance, hip – hop, R&B, reggae sono da sempre le cifre stilistiche di JM, ma di contenuto. Il mondo futurista e cyber punk, iper tecnologico e a tre dimensioni approfondito in “The ArchAndroid” e “Dirty Computer” è sparito, non ce n’è traccia. Resta il lato più giocoso, libero e sfrenato di Janelle Monáe, il suo sapersi destreggiare abilmente tra stili e attrazioni fatali godendosela un mondo.

Notevole in particolare “Float” con il corposo e regale contributo di Seun Kuti and Egypt 80, uno dei brani più completi insieme alla divertente “Champagne Shit”, a “Phenomenal” e “Water Slide”, “Know Better” e l’altro singolo, il malizioso “Lipstick Lover”. Grace Jones appare dal nulla in “Ooh La La”, trentotto secondi appena ed è un vero peccato. Una delle tante tracce che avrebbero meritato uno sviluppo migliore insieme a “Haute”, “Paid in Pleasure” e “A Dry Red”.

Scorre via liscio “The Age Of Pleasure”. Non è un’età dell’oro ma semplicemente un disco normale, gradevole e a tratti intrigante ma privo di quel fascino che rendeva i precedenti e “The Electric Lady” veri pezzi unici. Sceglie di tornare umana nell’era delle  A.I. e di Chat GPT Janelle Monáe, forse non lo è mai stata così tanto in un disco creato per far ballare non per durare nel tempo.