In una stagione disastrosa per il colosso streaming Netflix, che ultimamente sembra aver perso proprio la bussola, ci vuole il ritorno di uno dei suoi prodotti di punta dell’ultimo trienno a risollevare un po’ la qualità – interessante che si tratti di uno di quelli in cui sarebbe proprio difficile fare “woke placing”.
Mickey Haller continua a scorazzare per corti e colli losangelini a bordo delle sue Lincoln, a vincere casi con i suoi espedienti rocamboleschi, a spezzare cuori qua e là… come fosse un personaggio di una quindicina di anni fa, senza preoccuparsi dunque di offendere nessuno – del resto è nato dalla penna di Michael Connely poco dopo l’inizio del nuovo millennio.
Anche questa volta c’è un caso portante, invero interessante, specie per chi conosce la realtà della gentrificazione nelle grandi città, e una costellazione di storyline parallele più o meno riuscite. Nulla di nuovo, nulla di straordinario, ma forse è anche questo il bello di una serie senza troppe pretese, che intrattiene a dovere e ti fa saltare dalla sedia quando Haller tira fuori dal cilindro la testimonianza che proprio non ti aspettavi, proprio come succedeva con le serie alla barra di tanto tempo fa.