Passata la sbornia per i due concerti-evento che Abel “The Weeknd” Tesfaye ha tenuto lo scorso luglio in quel di Milano, per Indie For Bunnies è tempo di celebrarne l’ascesa tra i grandi della musica pop attraverso la TOP 10 Brani. Nessun altro artista, infatti, nel corso degli ultimi anni, è riuscito a svettare nell’olimpo del mainstream musicale quanto Tesfaye. Il suo “After Hours” ha cambiato le regole del gioco, dando (metaforicamente) il via al revival sonoro (di matrice 80s) tutt’ora in voga.
L’oscuro tappeto di synths iniziale non deve trarre in inganno, “Nothing Compares” è uno dei brani più old school di The Weeknd. Come se Prince avesse creato un beat per Michael Jackson. Del resto, stiamo parlando dei due totem di Tesfaye.
10. Gasoline 2022, da “Dawn FM”Il pezzo iniziale di “Dawn FM”, il fratello minore di “After Hours”. Difficile replicare il (clamoroso) successo dell’album di “Blinding Lights” e “In Your Eyes”, difatti ci è riuscito in parte. “Gasoline”, però, rappresenta uno dei brani più interessanti. Il cantato di The Weeknd, in alcuni punti, ricorda un po’ quello di Falco (“Rock Me Amadeus”, ricordate?).
9. Can’t Feel My Face 2015, da “Beauty Behind The Madness”Una delle tracks più esplicite del vecchio Abel. Il testo, infatti, parla del suo rapporto con le droghe. Musicalmente è quanto di più Jacksoniano si sia mai ascoltato in giro per il globo. “Can’t Feel My Face” è anche il primo, vero pass di The Weeknd verso quel successo planetario che lo porterà ad esibirsi, qualche anno dopo, all’half time show del Super Bowl.
8. Secrets 2016, da “Starboy”Geniale il campionamento di una parte di “Pale Shelter” dei Tears For Fears, così come la citazione, nel ritornello, di “Talking In Your Sleep” dei The Romantics.
7. Call Out My Name 2018, da “My Dear Melancholy”Mood malinconico per uno dei brani più iconici ed intensi della discografia di Tesfaye. Pezzo che svetta in un EP pieno di gemme.
6. Wanderlust 2013, da “Kiss Land”Traccia che si rifà (abbondantemente) a “Precious Little Diamond” degli olandesi Fox the Fox, “Wanderlust” inizia con una guitar riff immediato e riconoscibile. Nella versione Deluxe dell’album è presente un remix realizzato da Pharrell Williams.
5. Blinding Lights 2020, da “After Hours”La “Thriller” degli Anni Venti. E non per come suona, ma per l’impatto che ha avuto. Un pezzo che potrebbe essere l’ideale colonna sonora di una nottata di bravate a Las Vegas così come la sigla di un moderno Miami Vice. È stato detto e scritto di tutto su “Blinding Lights”. Noi ci limitiamo a sottolinearne la forte influenza che tutt’ora continua ad esercitare nelle produzioni dello showbiz musicale.
4. Starboy 2016, da “Starboy”L’ultima collaborazione di quei mostri sacri dei Daft Punk. Per The Weeknd, la chiusura di un cerchio. Il manifesto perfetto di un disco (quasi) perfetto, ma (fin troppo) sottovalutato. Video tra i più belli della star di Scarborough.
3. The Hills 2015, da “Beauty Behind The Madness”Se smanettate un po’ in giro per il web troverete pareri discordanti sulla traccia numero cinque di “Beauty Behind The Madness”. C’è chi la idolatra ad oltranza e chi, anche otto anni dopo la sua pubblicazione, ne tollera a malapena l’esistenza. Noi non la idolatriamo, ma ne riconosciamo la (grande) modernità dei suoni e l’incisività catchy del ritornello.
2. Wicked Games 2012, da “House Of Balloons”Abel Tesfaye e la sua trilogia di EP. Lo splendore grezzo di un artista (ai tempi) ancora in divenire. “Wicked Games” è stato il primo tuono di The Weeknd nel cielo dorato della musica pop. E che tuono! Ampi consensi di pubblico e critica, nonché una parte nella colonna sonora del movie “Southpaw” diretto da Antoine Fuqua.
1. High For This 2012, da “House Of Balloons”Il primo pezzo in assoluto registrato dalla popstar. La degna apertura del suo EP d’esordio, “House Of Balloons”. Non vi erano ancora le luci sfavillanti dei riflettori, né le notizie di gossip su flirt veri o presunti. Probabilmente, non esisteva ancora nemmeno The Weeknd. Solo Abel, i suoi sogni ed il suo amico producer, Henry “Cirkut” Walter.