Seguiamo i Pozi, attraverso la nostra rubrica “Brand New”, sin dal 2019: la band londinese nel frattempo ha pubblicato a maggio, via Prah Recordings, questo suo sophomore, che arriva dopo quattro anni dal debutto “PZ1″ e dopo un anno e mezzo dall’EP “Typing“.
Il gruppo inglese dichiara di non voler rimanere chiuso dentro ai confini di un determinato genere musicale e il bassista Tom Jones spiega:
Sento che i brani di “Smiling Pools” dimostrano che stiamo portando la nostra musica in un luogo diverso e che vogliamo portare l’ascoltatore con noi in questo viaggio.
L’iniziale “What You Came For” puo’ essere una buona introduzione ai prossimi quarantasei minuti: il violino appena pizzicato di Rosa Brook, alcuni synth e le voci delicate, ma quasi ipnotizzanti ci trasportano verso un mondo post-punk piuttosto weird e sperimentale, ma incredibilmente interessante.
Il singolo “Slightly Shaking Cells”, con le sue percussioni saltellanti e il suono strano del violino, a cui si aggiungono dei synth, disegna panorami più melodici e quanto di più “pop” possiamo sentire su questo disco, rimanendo comunque piuttosto imprevedibile riguardo alle sue direzione sonore in continuo cambiamento.
“Through The Door” è comandato da un drumming divertente e scampanellante, sostenuto da ottime linee di basso e dai synth, mentre i folli vocals cercano di trovare in qualche modo una strada verso la melodia.
La successiva “M6 Tool”, invece, fa un maggiore uso dei synth, elevando la sua potenza, pur rimanendo sempre piuttosto oscura.
In seguito il post-punk di “24 Deliveru” ha ancora toni cupi grazie al violino e a un drumming decisivo e propulsivo e alle sue eccitanti grida.
Davvero difficile da capire che direzione prendano i Pozi, che riescono a sorprenderci con ogni nuova release: “Smiling Pools” non è un disco che si digerisce dopo un solo ascolto, ma sicuramente mette in mostra il coraggio e la voglia di testare ogni volta nuove cose da parte della band londinese. Il suo valore e il suo interesse sono indubbi.