C’è tanto Linklater in questo debutto alla regia di Celine Song per A24. E non mi riferisco soltanto alla struttura tripartita a intervalli regolari di 12 anni tra le tre parti che compongono il film strizzando ineluttabilmente l’occhio alla trilogia “Before”, ma anche a tanti dettagli.
Alle città silenziose, in questo caso New York e Seul, che offrono le loro cartoline a passeggiate e timide chiacchierate tra i protagonisti. All’uso dei silenzi e delle distanze tra i corpi dei bravissimi Teo Yoo e Greta Lee. All’ossessione per il tempo e per i se che comporta.
La Song immerge però queste fissazioni del cinema indipendente americano in un contesto sospeso tra due mondi, tra la concretezza richiesta agli immigrati e le leggende romantiche della natìa Corea del Sud. Ne viene fuori un melò tenero e agrodolce, tanto dolce quanto si è disposti a credere agli in-yeon.
Pur derivativo, “Past Lives” è un film che trova diversi spunti originali, in cui ogni elemento tecnico è utilizzato con cura e grazia, e che prelude per la sua autrice a un futuro assolutamente da seguire.