Jemina Pearl, Jonas Stein, Nathan Vasquez e John Eatherly erano quattro teenager americani arrabbiati e vivacissimi che tra il 2006 e il 2008 sembravano avere ottenuto tutto ciò che si può desiderare a quell’età. Due album in rapida successione, il primo omonimo uscito per la Ecstatic Peace! in America e su XL / Universal in Inghilterra e il controverso “Get Awkward”.

Credit: Kirsten Barnett

Tre canzoni di quel disco (“Blow Yr Mind”, “Black Hole” e “Becky”) sono state censurate  e totalmente escluse dalla versione statunitense per i testi considerati troppo violenti o comunque inadatti al pubblico presumibilmente giovane che li ascoltava. La mancanza di libertà, le pressioni, l’attenzione mediatica, i contrasti interni si sono rivelati eccessivi e difficili da gestire per musicisti appena maggiorenni portando a un precoce scioglimento.

C’è voluto l’incoraggiamento e l’interesse di Jack White – oltre a carriere soliste che non hanno mai spiccato il volo – per dar inizio alla seconda vita musicale della band di Nashville. Il presente si chiama “Mommy”  terzo album uscito per la Third Man Records. Undici brani tra alt – rock, punk, garage con i Be Your Own Pet che sono finalmente liberi di suonare e dire ciò che vogliono.

Nessun tabù in trentacinque minuti dove la destra imperante viene messa alla berlina in “Worship The Whip” mentre “Goodtime!” guarda al passato dimostrando che la chimica tra la chitarra di Stein, il basso di Vasquez, la batteria di Eatherly e la voce di Jemina Pearl non è venuta meno. “Erotomania”, “Pleasure Seeker” – uno dei brani migliori – e “Rubberist” lasciano pochi dubbi sul fatto che anche una “Mommy” può scrivere melodie accattivanti, taglienti e cattive, addolcite solo da “Teenage Heaven”.

Un album maturo che  conferma come i Be Your Own Pet capiscano il rock in ogni sua forma e sappiano comporre brani con ambizioni da palazzetto se non da stadio come “Never Again” o il singolo “Hand Grenade” e altri dal ritmo più distorto e l’indole da performance in un piccolo locale come “Bad Mood Rising”, “Big Trouble” e “Drive”.  Credibili, anche da adulti.