Ha ventisei anni Alice Bisi in arte Birthh ma l’esperienza non le manca di certo. Due album – “Born in the Woods” del 2016 e “WHOA” del 2020 – diverse partecipazioni a festival di spessore come Primavera Sound, SXSW, Ypsigrock, l’apertura dei concerti di Imagine Dragons, Andrew Bird, Benjamin Clementine, Hein Cooper, Nick Murphy sono solo alcune delle mille avventure in cui si è cimentata questa giovane donna con radici toscane che da tempo vive a Brooklyn, New York.
“Moonlanded” è stato registrato al Moonbase, lo studio casalingo creato per fare di necessità virtù a marzo 2020 quando Alice, appena volata in America, si è trovata a dover trascorrere un anno negli Stati Uniti a causa della pandemia cercando di trarre il meglio da una situazione difficile. C’è consapevolezza e serenità nei dieci brani frutto di quel periodo che uniscono folk, R&B, alt – pop, elettronica.
Tracce decisamente eclettiche e sperimentali come “Puppy” e “Hyperdrive” ai confini con l’hip hop si alternano a momenti più melodici (“Supercharged”, “Jello”) e “Friends In The Energy” che sembra voler incanalare tutta l’energia della Grande Mela. Emerge un lato decisamente malinconico ben rappresentato da “Somebody”, dagli arrangiamenti orchestrali di “Lightyears”, dalla vulnerabilità piano, voce e archi di “Ship Integrity”.
“Straight Up” delicata e quasi jazz trasporta verso una chiusura decisamente evocativa affidata a “Blue” abile a definire i contorni un album che prova a far capire come ci si sente ad avere vent’anni oggi tra leggerezza, dubbi, pressioni e voglia di non mollare.