Eccoci qui: finalmente stasera riapre il Covo Club dopo la pausa estiva e questo non puo’ che essere motivo di grande gioia per tanti amanti dell’indie-rock che nel corso dei suoi oltre 40 anni hanno frequentato lo storico locale di viale Zagabria.
L’atmosfera ovviamente è di festa, e non solo per il party post-concerto con tutti i DJ che animano le consolle del Covo durante la stagione a mettere i dischi, ma anche perché la venue bolognese ha già presentato un programma autunnale di assoluta qualità.
Oggi per dare il là alla stagione, oltre alla nuova tessera, ci aspettano gli A Giant Dog da Austin con il loro quinto LP, “Bite”, uscito ad agosto per la prestigiosa Merge Records. Il nuovo disco dei folli punk-rocker texani ha segnato una buona svolta per loro: si tratta, infatti, di un concept-album basato sulle storie di personaggi che si muovono all’interno di una realtà virtuale chiamata Avalonia. Inoltre le sue influenze vanno dall’opera-rock alla musica per le colonne sonore dei film: sarà davvero interessante capire come verrà tradotto tutto questo dal gruppo statunitense una volta sul palco del locale felsineo.
Sono passate da pochi minuti le undici e mezza quando gli statunitensi salgono sul palco del Covo Club, mentre solo la frontwoman Sabrina Ellis tarda ad arrivare, attesissima dai compagni come dal pubblico emiliano, ben consapevoli del suo carisma: un intro disegnato con i synth ci porta dentro a “Welcome To Avalonia”, opening-track anche del loro lavoro più recente, prima di sfociare in qualcosa di più maestoso e inaspettato. Sebbene manchino gli archi della versione originale, il brano ci conquista con le sue melodie punky e la sua incredibile velocità dovuta anche all’intensissimo drumming di Daniel Blanchard: l’unico problema è che purtroppo gli statunitensi decidono di tenere dei volumi troppo alti e ciò rende quasi incomprensibile la voce della Ellis.
Si procede ancora con altri brani estratti da “Bite” come “I Believe”, dai vocals decisamente più riflessivi e in un certo senso teatrali e descritto sopratutto con graffianti riff chitarristici che disegnano ottime melodie.
“Different Than” parte in maniera calma, sebbene le sei corde continuino a squillare, mentre la passione continua a scorrere nella voce di Sabrina: l’energia aumenta poi nella seconda parte del pezzo con grida e un drumming sempre molto intenso, accompagnato ancora una volta da rumorose chitarre.
Finalmente gli A Giant Dog settano il volume a livelli più bassi e le cose iniziano subito a migliorare con “A Daydream”, molto più tranquilla e riflessiva rispetto ai brani che l’hanno preceduta, sebbene non manchi di mostrare il suo spirito punk; “In Rainbows” chiude infine il capitolo “Bite” del concerto con pura energia, tante chitarre fuzzy, alcuni synth e tantissima adrenalina.
C’è poi ancora spazio per un qualche canzone vecchia come “Roller Coaster” che, dopo un inizio a due voci, Sabrina e il chitarrista Andrew Cashen, si scatena nel finale con rabbiose sei corde e la solita batteria poderosa di Blanchard.
Poco più di cinquanta minuti, caratterizzati soprattutto dalla loro nuova versione che li vede spingersi verso territori più rock e teatrali rispetto al passato, ma senza comunque perderne sotto il punto di vista del divertimento e dell’energia: una volta risolto il problema con i volumi, la serata ha trovato i binari giusti e i fan hanno potuto godere fino in fondo delle melodie punky e della fantastica follia del gruppo texano.