Credit: Andy Witchger, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Matt Berninger dei The National ha raccontato di aver lottato contro il blocco dello scrittore.

Il racconto del cantante ddella band arriva dopo che “Laugh Track“, il nono album a sorpresa dei National, è arrivato in rapida successione da “First Two Pages of Frankenstein“, pubblicato ad aprile. È stato annunciato il 15 settembre durante un concerto al loro Homecoming Festival a Cincinnati, Ohio. L’LP è stato pubblicato tre giorni dopo, il 18 settembre.

Parlando con The Independent, Berninger ha riflettuto sul fatto che per qualche tempo ha avuto il blocco dello scrittore, un processo che, a suo dire, lo avrebbe spaventato non poco.

Non riuscivo nemmeno ad aprire un computer portatile. Riuscivo a malapena a prendere il telefono. Tutto simboleggiava la mia paralisi. Tutto era la prova del fallimento. Così, una volta che ha iniziato a tornare sui miei passi, ho pensato: “Devo continuare a scrivere””: Devo continuare a scrivere.

Ora Berninger dice di essere protettivo nei confronti del suo tempo dedicato alla scrittura e di trovare quotidianamente il tempo per scrivere. “Vado a letto sapendo che c’è ancora dell’inchiostro lì dentro, nel pozzo“, ha aggiunto.

Ha anche rivelato che parte del suo processo di scrittura consiste nell’inviarsi messaggi.

Non so perché mi mando i messaggi da solo. Ma è diventato un modo così fluido di catturare le foglie mentre cadono. Se mi avvicino e prendo un taccuino al lato del letto e accendo una luce per scriverlo, lo perderò. Mi sono scritto più messaggi di chiunque altro…più di mia moglie! Presto dovrò diventare un fantasma.

Nel frattempo, Aaron Dessner, membro della band, ha recentemente parlato con Zane Lowe di Apple Music 1 del loro nuovo album “Laugh Track”.

È sempre un momento speciale quando ti rendi conto che il disco arriva alle persone ed è catartico nelle loro vite e le canzoni assumono un aspetto molto diverso, ci sorprendono sempre. La vita che ha una canzone è imprevedibile e questa è la parte migliore del fare musica, credo, è vedere dove va. Penso anche che tu abbia imparato a gestire meglio l’ansia e la sofferenza che c’è nei tuoi pensieri e che cominci a essere in grado di essere più presente nel processo.

Penso anche che all’improvviso abbiamo suonato molto bene dal vivo. Penso che questi siano i migliori concerti che abbiamo mai fatto. L’intera faccenda è come se fosse un nuovo capitolo. So che forse lo diciamo ogni volta, ma questa volta lo penso davvero.