Scrivere dell’album d’esordio di Cyndi Lauper, “She’s So Unusual”, significa affacciarsi alla finestra di uno dei periodi più iconici che l’umanità ricordi. Gli Anni Ottanta, infatti, hanno rappresentato una sorta di scatola magica da cui estrarre, di volta in volta, artisti e brani che avrebbero fatto la storia, non solo di quel decennio, ma anche e soprattutto di quelli a venire. Come nel caso del debut di Cyndi Lauper, per l’appunto. Quando “She’s So Unusual” vede la luce, nella prima metà di ottobre del 1983, l’artista di Brooklyn non è più un outsider (disoccupata) in cerca di gloria, ma la star di uno dei pezzi-manifesto degli 80s, quella “Girs Just Want To Have Fun” che le aveva aperto le porte del paradiso e che, nel corso del tempo, sarebbe diventato uno dei brani più amati anche da alcune delle band indie-rock dei primi Anni Duemila.

Molto probabilmente, senza l’inno della Lauper, non avremmo avuto nemmeno quel discone che è “Hot Fuss” dei The Killers. Brandon Flowers, infatti, oltre ad essere un appassionato (ai limiti del compulsivo) delle sonorità del decennio edonista per eccellenza, nel 2008, durante i live del gruppo di Las Vegas, si dilettava a cantare proprio “Girls Just Want To Have Fun”. Ad ogni modo, “She’s So Unusual” non gira solo intorno al suo singolo più conosciuto, ma è impreziosito da tanti altri brani davvero notevoli. “Money Changes Everything”, il pezzo di apertura del disco, è un tiratissimo blues-rock che ancora oggi suona moderno, fragoroso, scintillante. Un po’ come la cover di “When You Where Mine” di Prince, altro gioiellino di un album che è una gemma pop.

“Time After Time” è il secondo highlight del disco. Si tratta di una (super) ballad amata da chiunque, anche da insospettabili band new-metal (vero, Santa Cruz?). In pratica, al principio degli Anni Ottanta, Cyndi Lauper era una sorta di proto-alternative, senza saperlo. Come spiegare, altrimenti, un pezzo scanzonato ed alquanto surreale – completamente incentrato sulla masturbazione femminile – quale era “She Bop”? Oltre alla patina presente in superficie, nelle canzoni di “She’s So Unusual” si respirava tutta l’urgenza della Lauper di fare arrivare al mondo quelle che erano le sue creazioni. Avere trent’anni nello showbusiness musicale degli Anni Ottanta, infatti, significava essere in un ritardo immane rispetto al resto della “compagnia”.

E che compagnia! Madonna, Bowie, Michael Jackson, Prince, erano più o meno questi i nomi che battagliavano, a colpi di hit, nelle charts statunitensi (e non solo, ovviamente) dell’epoca. Con “She’s So Unusual”, Cyndi Lauper dimostra che a quell’elenco può essere aggiunto, con pieno merito, pure il suo nome. Anche se, come ci racconterà poi il tempo, qualche gradino più in basso. Il suo album d’esordio, però, resta un lavoro di tutto rispetto. Oltre che uno dei debut più interessanti degli Eighties. E pensare che la ragazza voleva solo divertirsi…

Pubblicazione: 14 Ottobre 1983
Durata: 38:42
Dischi: 1
Tracce: 10
Genere: pop-rock, new-wave, art-pop
Etichetta: Portrait
Produttore: Rick Chertoff

Tracklist:

  1. Money Changes Everything
  2. Girls Just Want To Have Fun
  3. When You Where Mine
  4. Time After Time
  5. She Bop
  6. All Trough The Night
  7. Witness
  8. I’ll Kiss You
  9. He’s So Unusual
  10. Yeah Yeah