Passa anche dall’Italia il tour europeo di Jeremy Tuplin, cantautore inglese, con all’attivo già diversi lavori in cassaforte, tra cui l’ultimo, al solito, ottimo “Orville’s Discoteque” uscito a fine maggio, che è anche il pretesto per questo giro di concerti acustici, in coppia con un sodale musicista, che si alterna al violino e alle tastiere.
Il buon Jeremy ha sempre portato qualità nei suoi dischi e anche questa nuova fatica in studio, al pari delle precedenti appunto, ne certifica il medesimo percorso, invece, quello che manca totalmente, e non ci spiega il motivo, è un reale riscontro di pubblico, almeno da minimo sindacale, perché è assodato che le canzoni belle non manchino e nemmeno una certa fruibilità, personalmente, trovo affinità con l’approccio narrativo di Matt Berninger, e sono convinto non sia un paragone avventato o infelice.
Le location scelte per questo giro in Italia, sono sostanzialmente piccoli posti, e nel caso dell’Alberodonte a Rodengo Saiano in provincia di Brescia, trattasi di un posto a sé, molto accogliente, colorato, originale, quanto artigianale, ideale per set acustici.
Anche la programmazione segue una certa ricerca, spesso e volentieri, fuori dai confini, in un campionato totalmente underground.
Venendo al concerto di questa sera, c’è un discreto numero di presenti, assolutamente qui non per Jeremy Tuplin, semplicemente pubblico di affezionati alla serata con ospiti, a prescindere da chi sia l’artista invitato. C’è anche una buona atmosfera, anche se disturbata da un leggero chiacchiericcio di fondo, più esterno a dir la verità, ma che, tutto sommato, non interferisce negativamente sulla performance.
Tuplin non si discute, esegue un piccolo best of dei suoi quattro album, non sbilanciandosi prettamente sul nuovo album, ma pescando a ritroso; dicevo formazione a due, chitarra e voce, accompagnate dal violino nei pezzi prettamente più scarni ed acustici, dal synth e da una drum machine, gestita dallo stesso Jeremy, nei brani più ricchi dal punto di vista sonoro (In particolare proprio quelli dall’ultimo arrivato).
Concerto che si lascia ascoltare con piacere, con tutto il beneficio di inventario, trattandosi di una situazione quasi confidenziale, artista che, ripeto, non ruberebbe nulla, se raccogliesse anche l’agognato successo, o quantomeno, andando a ripetermi, quel riscontro per allestire, magari, un tour più articolato.