L’opera satirica di Bulgakov fornisce spunto e titolo al secondo album dei Le Jardin Des Bruits pubblicato da Urtovox dopo “Assoluzione” del 2017. Un rock con influenze indie, anglofone e blues, tra melodia e rumore, distorsione e un indole cantautoriale evidente nei testi.
Caustici spoken word si alternano a veraci cavalcate dove il ritmo si alza e le chitarre furoreggiano: “Dinosauro” e “Mia” sono emblematiche in questo senso, trascinate dalla voce di Simone Tilli (Deadburger, Ossi) supportato dall’immancabile Tony Vivona, da Alessandro Casini, Silvio Brambilla e David John Noto.
L’anima più riflessiva dei Le Jardin Des Bruits può assumere toni evocativi o malinconici in ballate grintose e dolci come “In Attesa Di Te” e “Settembre”. C’è spazio anche per le atmosfere sperimentali e cariche di effetti di “Ladri di Tempo” e per molto altro in un disco che analizza sentimenti e quotidianità con precisione chirurgica.
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