Lunedì 13 novembre, Guido Catalano, noto scrittore e poeta, sarà sul palco dell’ Arci Bellezza di Milano (biglietti QUI) per proporre il suo spettacolo basato sulle letture di scritti di Italo Calvino. In occasione del centenario della nascita del celeberrimo narratore italiano (1923), Catalano infatti propone uno spettacolo inedito e fiabesco per grandi e bambini. Una lettura da “Fiabe italiane”, raccolta di fiabe delle varie tradizioni orali di altrettanti luoghi e regioni d’Italia riunite in volume da Calvino e da lui stesso tradotte in una lingua più semplice. Il tutto sapientemente intramezzato dalla “Fiabe per adulti consenzienti” di Catalano. La curiosità intorno a questa serata era tanta e ci siamo fatti 2 chiacchiere, molto gradite, proprio con Guido Catalano stesso.
Possiamo darci del tu? Se sì, bene. Se no, potresti per favore leggere il resto delle domande in terza persona singolare?
La terza persona singolare è troppo faticosa, diamoci senz’altro del tu.
Che ci possiamo aspettare da una sera di novembre in un Arci che si chiama Bellezza – che è già di per sé una cosa fantastica – con te che leggi Calvino?
Una serata ad alto tasso fiabesco (ATF) e musicale. Non sarò solo infatti sul palco ma felicemente accompagnato da Matteo Castellan, pianista e fisarmonicista che mi accompagnerà nella lettura delle fiabe. Oltre a una scelta delle fiabe che Calvino ha sapientemente raccolto e “tradotto” dai vari dialetti italiani vi saranno anche alcune mie fiabe tratte dal pazzesco libro “Fiabe per adulti consenzienti”. Insomma una serata ricca e variegata come non se ne vedono molte al giorno d’oggi.
Sul palco del Bellezza di solito ci sono concerti, e tu spesso sei in tour. È la tua anima rock che salta fuori? E qual è stato il gesto più rock che ti ricordi di aver fatto?
Mi piace pensare a me stesso come a un poeta rock. Da anni mi esibisco in club dove normalmente si suona. A mia volta collaboro con musicisti e cantautori da molto tempo. Dunque sì, la mia anima rock è sempre presente, d’altro canto volevo fare la rockstar, poi ho ripiegato su poeta perché c’erano più posti liberi.
Un gesto abbastanza rock che mi è capitato di fare? Proprio a Milano, una sera, ho fatto un autografo sulla tetta di una fan. Abbastanza rock, ne converrai con me. Prima di morire mi piacerebbe provare a fare stage diving, detto anche tuffo dal palco ma non so se ho il fisico.
Alcuni racconti di Calvino hanno avuto una trasposizione cinematografica, Calvino partecipò in prima persona alla sceneggiatura di un film di Monicelli (l’episodio Renzo e Luciana de Boccaccio ’70). Tu come ti poni verso il cinema? Ci vai? Vorresti in qualche modo farlo?
Figurati che sono laureato in Storia e Critica del Cinema. Guardo molti film. Uno al giorno, anche di più. Una volta andavo moltissimo al cinema, oggi meno a causa della pigrizia incipiente. Non potrei mai fare l’attore poiché mi fa impressione l’idea di impersonare qualcun altro. Il mio genere preferito è l’horror. Mi piacerebbe scrivere un soggetto per un film horror con dei gatti zombi.
Calvino – curioso del suo tempo com’era – sarebbe stato su Instagram? E quali contenuti ti piacerebbe pensare avrebbe pubblicato?
Ogni tanto penso a cosa sarebbe accaduto se grandi scrittori o artisti del passato si fossero trovati a tu per tu con i social e son contento che questo non sia successo dato che penso che Internet nel 93% dei casi tiri fuori il peggio di noi stessi.
Calvino affermò in un’intervista che “bisogna che un luogo diventi un paesaggio interiore“. Quali sono i tuoi luoghi, quelli in cui vivi e da cui nasce la tua poetica?
Sto molto a casa. Mi piace molto stare molto a casa anche perché ho una bella casa. Dunque scrivo molto a casa ma amo anche scrivere in luoghi pubblici tipo bar. Anche i treni mi ispirano molto: ho scritto molte poesie sui treni nel senso che le ho scritte dentro i treni ma che parlano di treni. Mi piacerebbe avere una casa su un lago. Credo scriverei poesie bellissime dentro una casa su un lago.
La tua poesia ha una stagione? Io chissà perché ti immagino camminare con un cappottone nei mesi freddi, mentre ho fatica a pensarti estivo.
Non ci ho mai pensato però il cappottone ce l’ho davvero. Per la precisione un Loden. Scrivo in tutte le stagioni anche se non amo l’estate. In realtà la poesia si presenta quando vuole lei. Bisognerebbe chiederle quale stagione preferisce.
Quando leggo le tue poesie la prima cosa che mi viene in mente è un senso di leggerezza di intenti, come se fosse la cosa più naturale del mondo svegliarsi al mattino, bere un caffè, aprire le finestre per arieggiare la stanza, e già che ci sei buttar giù una poesia, che a chi non verrebbe in mente che c’era un nano con il sapone in mano dentro la doccia. È effettivamente così facile? (mi rendo conto solo ora che a questa domanda puoi rispondere “sì” e basta, ma confido che non lo farai).
In realtà risponderei no. Cioè non è così facile. Soprattutto perchè la poesia per quanto mi riguarda è qualcosa di assai poco razionale. Ha davvero a che fare con l’ispirazione. Però non ho ancora capito come e quando e perché decida di presentarsi o di negarsi. Dunque ho passato diversi periodi con l’ansia di averla persa per strada. Poi per fortuna ritorna. Almeno fino ad ora.
A Italo Calvino è stata dedicata una stella, ma se non ricordo male una stella è una palla di fuoco e gas, una stella è una roba spaventosa praticamente una stella è una bomba atomica perenne. Calvino avrebbe amato questa tua poesia. E lo so che questa non è una domanda, ma mi è sembrato un bel modo per salutarti.
Chissà se gli sarebbe piaciuta. Per goderne appieno avrebbe dovuto conoscere “Margherita” di Cocciante, solo che Cocciante ai tempi di Calvino ancora non esisteva. In caso riuscissi a terminare la costruzione della macchina del tempo vado a fargliela sentire e poi gli leggo la poesia e ti faccio sapere.
L’ingresso all’ Arci Bellezza è riservato ai Soci Arci: Il tesseramento si può fare QUI.