Ancora oggi viene da domandarsi che diavolo sia “Germ Free Adolescents”.
La risposta più facile, scontata e in fondo vera è che si tratta del parto folle della mente di una ventenne londinese – Marion Elliot – che si era messa a gestire una bancarella al mercato di King’s Road davanti al negozio di Malcom McLaren e Vivienne Westwood e che, folgorata dai Sex Pistols, iniziò a farsi chiamare Poly Styrene (una versione meno illusa della Polythene Pam di beatlesiana memoria?). Finì per mettere un annuncio sul Melody Maker per cercare qualcuno con cui formare una band, risposero altri tizi strambi.
Il debito degli X-Ray Spex nei confronti della band di Sid Vicious è evidente nel fragore elettrico e nella furia che per metà animano “Germ Free Adolescents”, che per la restante parte è fatto delle urla folli di Poly Styrene e delle esplosioni del sassofono di Rudi Thomson (basate però sugli arrangiamenti di sax di Lora Logic, nata Susan Whitby e scaricata un attimo prima che la band registrasse questo debutto, perché…attirava troppe attenzioni) e neppure contiene “Oh Bondage Up Yours!”, passato alla storia come un classico punk/casinista.
«Sei solo un simbolo, sei solo un argomento, sei solo un’altra figura per la macchina delle vendite», strilla in “Obsessed With You”; e ancora: «non so leggere, non so cantare, non so fare nulla, non so leggere né sillabare, non so amare né odiare, nemmeno esitare, non so camminare, a parlare nemmeno ci provo. Freddy ha tentato di strangolarmi con la mia collanina di perle di plastica, ma l’ho colpito con il mio ratto domestico» (“I Can’t Do Anything”) e mentre il sax intona una specie di motivetto che andrebbe bene per la tv, Poly Styrene rivendica il suo essere reale, contro l’immagine finta dei media e della pubblicità (“Identity”).
Insomma, lei non aveva nulla da spartire con le istanze politiche dei Clash, con il nichilismo dei Pistols o con il bagliore provinciale dei Jam; il suo odio era rivolto verso il consumismo, verso le finzioni e gli stereotipi imposti dalla società, verso il conformismo; figlia di padre somalo e madre inglese, non poteva sopportare il fatto che la sua stessa creatura artistica godesse di un qualche credito per il solo fatto di essere guidata da una ragazza (ritenuta) tanto particolare (apparecchio ai denti compreso).
La brevissima esperienza degli X-Ray Spex sta tutta qui e, in qualche modo, quando “Germ Free Adolescents” fu pubblicato nel novembre del 1978 la loro furia artistica si era già esaurita, come dimostra il fatto che furono inclusi nell’album quasi tutti i singoli a quel punto già pubblicati, inclusa “The Day The World Turned Day-Glo”: «la gente pensava stessi cantando di un trip, ma in realtà usavo immagini mutuate dal mondo artificiale. Tutto quello che aveva la mia generazione erano le buste di carta marroni dei negozi, ma piano piano divenne tutto più colorato. Day-Glo simboleggia il passaggio dal naturale al sintetico. Non compravamo più vestiti di cotone ma di nylon. Erano tempi meravigliosi, la gente scopriva le nuove tecnologie. Potevi indossare il nylon a scuola e tua madre non doveva stirare!».
La storia darà loro torto, nel senso che avevano avuto l’intuizione giusta – l’artificiale sostituirà il naturale, il commercio avrà maggior valore dei rapporti umani – ma visto com’è andata suonano oggi meravigliosamente anacronistici, idealistici ed irripetibili.
Pubblicazione: 10 novembre 1978
Durata: 45:30
Dischi: 1
Tracce: 12
Genere: Punk rock
Etichetta: EMI
Produttore: Falcon Stuart
Tracklist:
Art-I-Ficial
Obsessed with You
Warrior in Woolworths
Let’s Submerge
I Can’t Do Anything
Identity
Genetic Engineering
I Live Off You
I Am a Poseur
Germ Free Adolescents
Plastic Bag
The Day the World Turned Day-Glo